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Razionalità-razionalizzazione-ragione olistico-autopoietiche

La ragione è la facoltà dell’Io-psyché di stabilire rapporti, interazioni, logiche, tra tutti gli stati coscienziali, da lui stesso producibili, e i principi attivi autopoietici che la formano. È il fondamento dell’archetipo funzione Ypsi. La logica è il vissuto diretto dei principi attivi autopoietici, in base a cui lo stato coscienziale e relativo significato-significante (da tali principi prodotto) risulta simmetrico e consapevole, sia della propria scaturigine che degli applicativi possibili nell’azione quotidiana: è autorealizzante. Sono il rigore e l’esattezza autopoietici del funzionamento dell’Universi-parte, nella sua manifestazione sensibile e sovrasensibile.

La razionalità è invece, sinteticamente, l’Io-psyché che agisce, esprime ragione. Il reale, nella sua manifestazione sensibile e sovrasensibile, locale e non locale, è razionale; la ragione e la razionalità autopoietiche sono uniche, ossia dell’Universi-parte. Si tratta della coerenza delle azioni bios-etiche, agite dall’Io-psyché, in riferimento ai principi attivi autopoietici, da cui ogni manifestazione e relativo significato-significante nascono. È la scelta della techné, del mezzo, della condotta auto-conoscitiva, efficace in ordine ai fini auto-formativi che si prefigge di raggiungere. Un fondamento della razionalità-ragione autopoietiche sono la simmetria e la coerenza tra stati coscienziali e azione, tra stati coscienziali e principi attivi autopoietici che li formano e tra questi e l’azione. Si tratta dell’integrazione transitiva che consente di passare dall’intenzionalità alla sua realizzazione, consapevoli dei principi attivi, formanti l’intenzionalità stessa.

Se uno stato di consapevolezza A, risulta essere più efficace di uno stato di consapevolezza B, e se lo stato di autoconsapevolezza B è più efficace di un altro stato di consapevolezza C, se ne ricava che lo stato di consapevolezza A potrà essere preferito e più utilizzato rispetto allo stato di autoconsapevolezza C: in sintesi, si può ottimizzare l’azione autoformativa con il minor impiego possibile di mezzi e di situazioni.

La razionalità-ragione autopoietica richiede la più ampia produzione di funzione Ypsi: non si tratta di alternative praticabili, ma della sintesi in un’unica azione di tutte le alternative e principi attivi realizzati. È, quindi, la sintesi autopoietica che necessariamente è inclusa negli ingredienti, formanti la razionalità-ragione, parte dell’archetipo funzione Ypsi.

La razionalità-ragione autopoietica è ciò che è simmetrico ai principi attivi che si vivono, si riconoscono attraverso la condizione ∑igma (la sommatoria e la proprietà emergente) delle esperienze coerenti del campo coscienziale, sia nella sua manifestazione sensibile che in quella sovrasensibile, locale e non locale. Inoltre, è l’espressione dell’orientamento al riconoscimento della condizione ∑igma, ossia di ciò che accade nell’Universi-parte e che si è evidenziato nei significati-significanti, gradualmente organizzatisi dalla pratica della Costruzione della Propria Teoria conseguente al vissuto: il valore obiettivo autopoietico.

Le leggi della razionalità-ragione autopoietiche, della funzione Ypsi, regolano l’azione autoformatrice dell’Io-psyché. In questo senso, tutto è funzione Ypsi, razionalità-ragione autopoietica e, in questo senso e con questi significati-significanti, include tutto ciò che è riconosciuto come razionale.

L’Io-psyché razionalizza, quando cerca di spiegare un fatto di vita formativa coerentemente, in modo tale che risulti accettabile sul piano morale, uno stato coscienziale, un istinto-emozione, di cui quell’Io-psyché stesso non vuol vedere, riconoscere motivazioni e scaturigine extrasensibile. La razionalizzazione, in questo senso, è un ostacolatore e include l’intellettualizzazione che è la formulazione, in termini di significati-significanti, dei propri stati di inconsapevolezza, per tentare di padroneggiarli. È ostacolante, perché razionalizza ciò che è soltanto da vivere, risalire e transmutare, per riconoscere il principio attivo autopoietico che lo forma. In tal senso, l’acquisito maschera vari ostacolatori ed evita, per specifici motivi, il vissuto del campo istintivo-emozionale e del campo coscienziale olistico-autopoietico.

La razionalizzazione, l’intellettualizzazione sono ostacolatori che si attraversano, durante la fase di Sigmasofia Io-somatica.

L’archetipo c.a è il contenitore, lo strumento, da cui si evidenzia ed emerge l’agire razionale, la ragione acquisita. Per non essere frainteso, voglio comunicare che, di fatto, non esiste l’archetipo campo c.a e la ragione, perché sono un campo unico, inscindibile: non sono complementari, ma un unico processo funzionale. Essendo la quantità di campo coscienziale olistico-autopoietico, presente in un corpo fisico, necessaria a tenerlo in vita, il campo istintivo-emozionale e aggredior non può essere identificato in un centro degli istinti-emozioni, anche se aree del cervello sono preposte a specializzare tale archetipo c.a., in riconoscibili funzionalità: la paura, l’amore, il coraggio (…). Il fatto che tale campo possa specializzarsi in uno specifico e riconoscibile stato coscienziale non significa che questo risieda e nasca soltanto in quell’area. Infatti, come visto, è un campo locale e non locale e utilizza più aree cerebrali, per specializzarsi: si pensa che l’amigdala, la corteccia prefrontale, ventromediale e l’insula anteriore siano le aree del cervello coinvolte, quando l’Io-psyché utilizza la percezione, per riconoscere gli istinti-emozioni.

Voglio comunicare che, per determinazione dell’Io-psyché, diverse aree del cervello lavorano come un’orchestra e di questa il campo c.a e quello coscienziale olistico-autopoietico sono parte integrante. Non si tratta, quindi, di un centro cerebrale localistico, autoreferenziale e isolato, scisso dall’Universi-parte che lo esprimono. Per quanto riguarda l’utilizzo degli emisferi cerebrali, valgono le stesse considerazioni. Non esiste una zona più importante dell’altra, così come alcuni ricercatori riferiscono, perché si tratta di un unico processo funzionale indistinguibile (soltanto l’interpretazione soggettiva può ridurli, separarli, collassarli dalla funzionalità autopoietica d’insieme). Di fondamentale importanza, è partecipare-osservare che l’archetipo campo c.a è un campo disponibile alla radice dell’Io-psyché, indipendentemente se si riconosca come uomo o come donna: è dell’essere umano, dell’Universi-parte. La comunicazione dell’Universi-parte è sia acquisita che innata, coinvolge l’insieme dei piani somato-autopoietici, ed è sia verbale che non verbale. Il campo c.a. veicola intelligenza olistico-autopoietica, per determinazione di principi attivi autopoietici e ne esprime la stessa saggezza: la ragione olistico-autopoietica, sofia.

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