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L’INDUZIONE IATROGENA IN SIGMASOFIA

primum non nocere

Iatros deriva dal greco e significa medico, gennan significa generare, per cui

iatrogeno è ciò che potrebbe essere
causato dal medico.

Nell’ambito della Sigmasofia, tale definizione

assume la veste di ciò che
 può essere
generato dal Maieuta,

il quale potrebbe indurre il ricercatore a creare ostacolatori-discrasie, processo che tuttavia non deve essere mai interpretato come effetto collaterale

ad una somministrazione o ad una complicanza, derivante da 

un’azione pedagogica-psicagogica disfunzionale
(rispetto alla presa di consapevolezza di un evento di vita che si perseguiva).

Si tratta, infatti, di

 effetto diretto.

Esistono 

somministrazioni di intervenienze e di A.Si.Re.
(azioni, pensieri …, che nel setting hanno la funzione maieutica auto-rigenerante-guarente)

che potrebbero

essere vissute e interpretate dal ricercatore come dannose.

Applicando il vecchio detto 

primum non nocere,

illustrerò le prime indicazioni su come rendersi conto di tali azioni e dei loro effetti e come evitare di somministrarle.

Si tratta di prepararsi, attraverso il vissuto diretto, a non proiettare, a non indurre elementi che possano risultare inadeguati alla presa di consapevolezza del ricercatore, all’implementazione della conoscenza e all’autorigenerazione-guarigione.

Per induzione iatrogena, indico la

 ricaduta nel ricercatore di quegli esiti che, anziché olos-direzionarlo verso il vissuto del
campo istintivo-emozionale che sottende all’ostacolatore-discrasia, di fatto contribuiscono ad identificarlo-fissarlo nella sola interpretazione logico-razionale-verbale del processo.

Pur considerando che è sempre l’Io-psyché del ricercatore ad auto-determinarsi nel modo in cui lo fa,

è di fondamentale importanza che il Maieuta riduca al minimo possibile l’induzione iatrogena
(la proiezione, il contro-transfert e similia).

Ogni esperienza vissuta e auto-determinata può essere letta come positiva o come negativa, come dolorosa o come spiacevole: si tratta soltanto dell’inizio della sua penetrazione, poiché, per incidervi di più ed estrapolarne in-formazioni, insegnamenti, il ricercatore dovrà applicarvi specifiche autopoiesi olosgrafiche (meditazioni dinamiche). La penetrazione dell’esperienza che in tal modo l’Io-psyché si autorizza a vivere 

dovrà essere sempre attuata,
significando che tale operazione può condurre ad ulteriori prese di consapevolezza.

Se non sfocia nell’implementazione dell’auto-consapevolezza significa che le valenze positive o negative saranno soltanto degli aggettivi descrittivi abbinati, attribuiti.

In tal senso e con questi significati, individuo una 

subordinata responsabilità all’induzione iatrogena

(subordinata perché, in ultima partecipazione-osservazione, è sempre l’Io-psyché di ognuno che auto-determinerà che cosa vivere, come viverlo e come interpretarlo).

In altre parole, se l’Io-psyché di ogni essere umano, creatore di una qualsiasi esperienza non è in grado di estrapolarne l’implementazione dell’autoconsapevolezza (che non è semplicemente e riduzionisticamente positiva o negativa), di fatto, produce un vissuto riduzionista che, appunto, andrà a rinforzare l’identificazione-fissazione su quell’esegesi. L’aiuto efficace consiste nella creazione della condizione maieutica che può consentire la penetrazione e la presa di consapevolezza indicate: 

è nella partecipazione-osservazione di tale A.Si.Re. (Azione Simbolico-reale), anche in

modo auto-critico e necessitante di azione correttrice, che individuo la responsabilità professionale e artistica del Maieuta stesso che, per definizione,

 è sempre e costantemente in autocritica,
ossia nella posizione interiore di saper riconoscere e ammettere
le cause delle proprie azioni per estrapolarne l’azione correttrice.

Ho partecipato-osservato diversi possibili effetti di induzione iatrogena. Alcuni esempi: 

  •  Il Maieuta potrebbe non aver risolto elementi riguardanti la propria individuazione, in particolare rispetto al mancato riconoscimento vissuto dell’eziologia di tali elementi.
    (In un caso, malgrado la formazione integrale a se stesso, un Maieuta aveva scambiato il proprio ostacolatore bipolarità, per attacchi di ansia, intervenendovi con continuità e auto-somministrandosi quindi azioni correttrici inadeguate. Si trattava di un’auto-induzione iatrogena).
  • Effetti iatrogeni anche gravi possono, quindi, essere conseguenza di errori e di difficoltà nel riconoscere l’ostacolatore copertura del ricercatore e creare un humus auto-maieutico non adeguato.
  •  La creazione da parte del Maieuta di un contro-transfert non riconosciuto può far assumere intervenienze e A.Si.Re. inefficaci per il setting. In tal caso, si tratta quindi di effetti non esclusivamente dipendenti dai processi Io-somatici interni del ricercatore, ma in qualche modo derivanti anche dall’amplificazione del Maieuta stesso.

La Sigmasofia segue con attenzione e verifica se il setting è efficace: risulta esserlo esattamente quando il ricercatore, per propria auto-maieutica e auto-determinazione, consapevolizza processi dell’esistente interiore-esterno, prima a lui inconsci. 

Allargando il campo di partecipazione-osservazione all’auto-rigenerazione-guarigione, é possibile appunto individuare la

iatrogenesi auto-rigenerativa-guaritiva che può assumere valenze sociali e culturali.

È potenzialmente sempre presente, quando l’Io-psyché assume l’auto-rigenerazione-guarigione su se stesso o quando vuole somministrarla ad altri. Oltre agli esempi illustrati, la partecipiamo-osserviamo quando gli effetti collaterali di un farmaco, creato per curare, inducono ulteriori patologie. Quando con una specifica patologia entriamo in ospedale per curarci, può accadere che ci si infetti con un virus (per negligenza igienico-organizzativa della struttura).

Le sole parole, usate per fare una diagnosi, possono indurre iatrogenamente in soggetti, non adeguatamente formati a loro stessi, manifestazioni sensibili tanatofobiche che spingono taluni a modificare la propria linea del destino:

basti partecipare-osservare le reazioni di un paziente a cui è comunicata la diagnosi di tumore e relative metastasi, e capirete. 

L’esegesi abbastanza diffusa di salute è intesa come una sorta prevalente di 

assenza di patologia.

Ne consegue che, se si vuole porre in remissione la patologia, ci si dovrà rivolgere alla cura o, considerata la presenza diffusa in scala mondiale della tanatofobia, all’iper-cura (molti ricercatori si avvalgono di svariati metodi curativi).

In ogni caso, ho verificato che lo stile di vita Sigmasofico evidenzia, inequivocabilmente, di essere quello che permette di potenziare il sistema di difesa immunitario e i principi attivi di auto-determinazione, realizzazione, organizzazione, autorigenerativi-guaritivi, omeostatici e di conoscenza che includono e trascendono la sola salute

La facoltà di poter gestire e forgiarsi anche attraverso il dolore, ove si manifestasse, per viverlo e riconoscerlo nelle sue causalità e, quindi attraversarlo, transmutarlo, coincide con la preparazione a se stessi, 

anche per affrontare quel contenuto della vita che è il punto morte, e poter viverlo senza proiezioni o paure precostituite in virtù del fatto che si tratta di una delle esperienze che tutti produrremo.

In ogni caso, l’altro da noi non ha, in ultima partecipazione-osservazione alcuna responsabilità! L’unico che ha responsabilità è l’Io-psyché di ognuno che non ha la forza di assumere per se stesso i principi di auto-determinazione in-formati indicati, entrando così per questo motivo in forme di dipendenza non adeguatamente riconosciute, ponderate (…). Ovviamente, non sto affermando di non curarsi, di non interagire (…), sto semplicemente confermando che

l’auto-determinazione in-formata in tutti i campi è l’unico atto di auto-responsabilità
producibile, il resto è a rischio di proiezione e di dipendenza da altri che potrebbero sfruttare abilmente tale condizione.

In questo gioco di creazione di dipendenza, non importa se consapevole o inconsapevole, c’è la proiezione della iatrogenesi individuale-sociale il cui unico vaccino è la formazione vissuta a se stessi. Per chi non lo avesse ancora capito,

non affermo di essere “contro” (…) ma di auspicare con forza che i raggiungimenti scientifico-filosofici prodotti vengano messi a disposizione del principio di autodeterminazione in-formata del ricercatore, di ognuno.

Per questo motivo,

al ricercatore in Sigmasofia viene somministrato l’antidoto all’induzione iatrogena.

Per così dire, partecipo-osservo che

l’Io-psyché di molti esseri umani si è auto-espropriato dell’innata
facoltà olistico-autopoietica di poter vivere la morte e di conoscerla, per affrontarla con consapevolezza, quando si manifesterà.

 


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