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L’EGREGORE SIGMASOFICA
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L’EGREGORE SIGMASOFICA

(la forma pensiero, il meme …)

(…) essere risvegliati

In Sigmasofia utilizzo, relativamente, il concetto di egregore sigmasofica, molto meno quello di forma pensiero e mai quello di meme.

Spiego.

L’egregore

è lo stato di consapevolezza vissuta intensamente, partecipata, sentita, dall’essere umano che genera la propria individuazione sensibile e sovrasensibile. Egregore dal greco egregoros che significa  essere risvegliati

(allo stato di consapevolezza vissuta, raggiuta attraverso l’azione auto-formativa.) Tale stato, per così dire,  è il guardiano interiore

auto-creato in quanto alimenta, sorveglia e accompagna l’azione. La parola gre in Egitto significa anche ciò che opera silenziosamente, da cui il termine guardiano silenzioso.

Sto trattando del “guardiano silenzioso”,risvegliato”, che  vive all’essenza della Via di Conoscenza Sigmasofia,

da me fondata.

Per questi motivi, il ricercatore persegue il raggiungimento della consapevolezza di cui 

l’egregore è la pulsione olistico-autopoietica innata a vivere.

Trentacinque anni di pratica operativa mi hanno insegnato che quando pratico le tecno-ontos-sophos-logie della sigmasofia, sia da solo sia in gruppo, si viene a creare una proprietà emergente, una consapevolezza vissuta, olos-direzionata dalla consapevolezza originaria. Se dinamizzata e alimentata, diventa  veicolo di potere reale innato, vissuto,

 le cui qualità sono sigillate nella  funzione Ypsi,

(l’estrapolazione dell’insegnamento dall’esperienza penetrata, diventata aforisma, cifrario, che sintetizza, racchiude e trascende quella stessa consapevolezza).

È l’avanguardia di consapevolezza dell’Io-psyché del fondatore e del gruppo. In altri termini, ogni qualvolta pratico le  autopoiesi olosgrafiche

(le tecno-ontos-sophos-logie sigmasofiche),

in quanto animato dalla pulsione olistico-autopoietica a vivere e dalla mia intenzionalità conoscitiva, creo elementi che accompagnano il gruppo in senso conoscitivo. Si tratta di consapevolezze emergenti olos-direzionate, controllate dalle autopoiesi olosgrafiche, ossia dalla sequenza finita di azioni (istruzioni) che consentono di vivere e transmutare gli ostacolatori che si incontrano, fino a poter creare conoscenza, motivo per cui sono anche denominate algoritmi sigmasofici.

L’entità collettiva che l’egregore crea è quindi  la conoscenza sigmasofica vissuta

che esprime autonomia e individuazione, funzioni già in loro intrinseche. I ricercatori in Sigmasofia, progressivamente, riconoscono e vivono l’egregore originaria nella sua globalità, per cui l’azione auto-maieutica e auto-supervisiva diviene in loro stessi più efficace.

Il termine forma pensiero presenta delle analogie con il termine egregore. Forma pensiero è, appunto, la 

morfologia che diamo a un pensiero.

Si tratta di pensieri o gruppi di pensieri e relativi significati-significanti che, per così dire, si diffondono mantenendo la propria forma, anche quando li si produce in se stessi e li si trasla nelle relazioni interpersonali utilizzando, qualunque strumento, mezzi tecnologici compresi. In tal modo, il ricevente può replicarli e, a ben partecipare-osservare, ad ogni passaggio, in qualche modo e in qualche misura, li muta (ogni replica non è mai perfetta). Il termine è un conio immesso in circolazione da molti ricercatori di esoterismo, attraverso cui tentavano e tentano di spiegare 

il modo in cui le informazioni sovrasensibili e sensibili si diffondono.

L’azione del pensare produce degli effetti: quando emesso il pensiero è come un’onda che si irradia attraverso il mezzo utilizzato, prevalentemente il linguaggio verbale. Ci sono evidenze di una forza intrinseca, irradiante del pensiero, quando non utilizza il veicolo del linguaggio verbale: si caratterizza con la diversa intensità, forza (istinti emozioni) che l’Io-psyché mette a sostegno, ed è in questa forza-intensità-intenzionalità che individuiamo la forma pensiero

Questa onda, può irradiarsi, propagarsi nello spazio circostante. In conseguenza del fatto che ogni essere umano la produce, è possibile affermare che nell’atmosfera, nell’ambiente ci sono ed operano molte forme pensiero, non è molto rilevante per questo studio se l’interpretazione che ogni Io-psyché ne dà sia definita positiva o negativa. Per dare un riferimento, queste onde pensiero sono simili a quelle che vengono a formarsi quando lanciamo in sequenza due o più sassolini in uno stagno, le onde concentriche che si evidenziano sull’acqua si intrecciano, si mischiano, ma mantengono la propria forma e identità. L’intensità, la potenza è diversa per ognuno: infatti, alcuni di questi pensieri si irradiano e si propagano più di altri. Per questo motivo, un gruppo di persone coerenti, che riesce ad emettere all’unisono la stessa forma pensiero può produrre maggiore potenza di emissione: se un singolo tifoso urla goal l’intensità è diversa rispetto a quando in uno stadio lo fanno centomila persone insieme.  

Tale entità collettiva di forma pensiero presenta similitudini con l’egregore in quanto quest’ultima può essere riconosciuta anche come  forma pensiero collettiva,

creata nello stesso modo da tutti gli Io-psyché formanti il gruppo che la produce.

Ho edificato l’egregore sigmasofica in modo tale che possa essere autoreggente, nel senso che potenzialmente includa e trascenda qualsiasi altra.

L’egregore Sigmasofica è, quindi, formata dalle avanguardie di consapevolezza che i ricercatori ed io abbiamo saputo raggiungere: essendo parte integrante e inscindibile dei principi attivi, dell’ordine implicito innato  essa è parte di un transfinito serbatoio di energie e di in-formazioni.

Ho deciso di creare una egregore innatamente e naturalmente potente, che rigorosamente non lavori positivamente o negativamente per il mondo, ma lavori per creare conoscenza vissuta. Ho operato nel seguente modo

  • in primis ho creato individualmente una forma pensiero basata su consapevolizzazioni vissute dell’innato e la sua forza e continuità sono dovute al fatto che mantengo viva e alimento tale consapevolezza;
  • in seconda istanza, divulgo tali faticosi raggiungimenti vissuti. La ratio è la seguente: anche se i ricercatori non dovessero mantenela viva e anche se cessassero di colpo di con-parteciparla, tale egregore questa non verrebbe a mancare, non cesserebbe di esistere, ma troverebbe la propria continuità di vita in me stesso e, dopo la mia morte, nell’Oikos di Caporipa.

L’egregore sigmasofica da me creata e implementata dal gruppo nasce ovviamente dalla mia motivazione e intenzionalità e  non veicola contenuti emotivi, ma consapevolezze vissute di funzionalità innate, per cui non può disperdersi nella 

confusione della rete del pensiero acquisito di culture e opinioni diverse. Il mio non è stato e non è un pensiero elevato ma è

diretta emanazione dell’innato  che, appunto perché tale, 

è riscontrabile e riconoscibile ovunque nell’Universi.

Per questo motivo, i ricercatori in Sigmasofia si formano a mantenere la propria esperienza vissuta della natura, come alimento del loro acquisito, per

irradiare nell’ambiente tale consapevolezza naturale innata.

Riscontro altre lievissime analogie e similitudini nel concetto di meme che è, infatti, definito come unità auto-propagantesi di cultura che dovrebbe avvenire per imitazione:

di qui, la nascita della memetica, ossia della disciplina che studia il meme.

Un meme è quindi uno o più pensieri che si diffondono tra esseri umani, all’interno di una cultura. Non utilizzo il concetto di meme

in quanto 

l’egregore sigmasofica si basa sul vissuto diretto della natura sensibile e sovrasensibile,

localistica in base all’idea che la 

presa di consapevolezza vissuta

si verifica in ogni Io-psyché che assuma di viverla,

pratica da cui emergono effetti di consapevolezza legati alla conoscenza.

L’egregore sigmasofica è in-formazione innata che l’encefalo e gli stati Io-somatici che produce possono esprimere nell’ambiente in cui opera e dove può propagarsi. Una spiegazione di questa operazione è la seguente:  ogni Io-psychè può auto-determinarsi e vivere informazioni innate naturali e non si tratta di repliche, di imitazioni di qualche cosa, quanto di assunzione di praticare e fare esperienza della natura in se stessi e nell’ambiente complessivo, per penetrarla in modo integrale. Le unità di in-formazione innata che formano l’egregore sigmasofica sono di specifico interesse per il ricercatore in Sigmasofia e non esigono che la scienza ufficiale possa riconoscerle o meno. Le consapevolezze vissute dell’innato non possono essere transmutate in quanto sono così per natura: quella galassia, l’esplosione di una supernova, la pan-spermia, le informazioni presenti negli atomi, nelle cellule, nell’inconscio autopoietico (non collettivo o individuale) muovono, operano, secondo automatismo innato di cui, in gran parte, non siamo consapevoli. Sono naturalmente creatrici, potenti, ognuna crea espansione di coscienza e quindi di auto-consapevolezza.

L’egregore sigmasofica è Universi-parte centrica

e si evidenzia nella mia azione in quanto suo creatore, agisce con continuità in me, sia che mi trovi in momenti di passività o di attività. Mi abbandono lucidamente ai vissuti dell’innato e tale posizione mi consente di gestire meglio gli stati Io-somatici acquisiti e i relativi significati-significanti che produco: si tratta di un olos-direzionamento formativo che propongo ai ricercatori sigmasofici che vogliono esplicitamente seguirlo. Mi muovo nella consapevolezza olistica che include e trascende stati di “apertura” e stati di “chiusura” (e molti altri …): 

si tratta della capacità di gestione dei propri stati Io-somatici e relativi significati-significanti.

In conclusione.

L’egregore sigmasofica si riferisce a prese di consapevolezza vissuta dell’innato, in grado di olos-direzionare gli stati Io-somato-autopoietici e relativi significati-significanti, producibili dall’essere umano. 

Non è collettiva ma è del singolo senza alterità, ossia dell’Universi di cui siamo parte integrante e, per entanglement, inscindibili.

Egregore è stato anche tradotto come “colui che veglia” e non poteva che riferirsi alle leggi innate che muovono l’Universo, per meglio specificare, l’Universi. E necessaria una specificazione. 

Rispetto alle definizioni della Tradizione, dell’esoterismo, l’egregore Sigmasofica non

  • è formata da cosiddette entità elementali o spiriti della natura che sarebbero presenti nei quattro elementi naturali che sono, come i nostri vissuti da tempo ci evidenziano, delle anacronistiche, obsolete proiezioni che si perdono nella storia dell’essere umano;
  • ha nulla a che fare con i concetti di karma e di reincarnazione, altrettanto obsoleti e anacronistici riconoscibili come proiezioni (ostacolatori divenuti discrasie) superate dalle nuove evidenze di consapevolezza vissuta;
  • ha nulla a che fare con presunti pensieri negativi (menzogne, pensieri cattivi…) che alimenterebbero dei presunti demoni astrali, altra superficializzazione proiettivo-discrasica, di chi non ha reali vissuti del sovrasensibile.

In definitiva.

La consapevolezza dell’innato vive nell’Io-psyché che la raggiunge e questo è vissuto come visione olistico-autopoietica che il ricercatore in Sigmasofia utilizza per vivere e per proseguire la propria conoscenza. È comunque operante all’essenza di ognuno in quanto natura innata in stato di entanglement con l’ambiente complessivo interiore-esterno. Di conseguenza, tali processi innati agiscono all’essenza del vivente, l’egregore sigmasofica.

I significati-significanti delle teorie descritte derivano da verifiche sperimentali operative

Io-somato-autopoietiche che utilizzano l’innovativo e nuovo

metodo pratico-teorico ontos-sophos-logico Sigmasofico.

Di conseguenza, in molti casi, evidenziano interpretazioni differenti da quelle derivanti da verifiche

sperimentali condotte con il metodo scientifico

Le in-formazioni qui riportate hanno soltanto finalità divulgative della teoresi derivante dalle verifiche sperimentali Sigmasofiche.


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