VIA DI CONOSCENZA SIGMASOFIA

FONDATORE

Nello MANGIAMELI

∑ophy

Official web site

LE RADICI DELLA ∑OPHY MARTIAL ART

Dalla spada allo scettro o lituo Y-psi-lambda

Originariamente, alcune Forme e Stili, proposti dalla

∑ophy Martial Art

(Sigmasofia autopoietica marziale),

rappresentarono la naturale trans-mutazione di

antichi rituali iniziatici,

anche sconosciuti, praticati da appartenenti alla 

Tradizione

manifestazione occidentale e manifestazione orientale.

Nell’antica Tradizione, si utilizzava, come

strumento operativo meditativo,

la spada.

Nella 

∑ophy Martial Art,

si utilizza la 

naturale trans-mutazione della spada:

lo scettro o lituo

Ypsilambd

È necessario dare alcune spiegazioni su questi simboli.

La spada è lo strumento che veniva utilizzato per

uccidere il nemico, interiore od esterno

che fosse. Infatti, nel 

linguaggio iniziatico, la

spada rappresenta l’essere umano:

  • il pomo-impugnatura corrisponde alla testa,
  • l’elsa alle spalle 

e la

  • lama alla colonna vertebrale.

Quindi, nei 

rituali iniziatici,

Templari, latini, anglosassoni, germanici, iberici (…),

la spada,

se stessi,

veniva sguainata per

combattere il nemico interiore

(i problemi, le distonie, le discrasie)

o il 

nemico esterno

(il conflitto nella relazione).

Il 

colpo inferto era possibilmente unico

perché, dopo averlo sferrato, necessariamente

si apriva la guardia

e, quindi, rimanere scoperti significava

rimanere soggetti al contrattacco del nemico.

Si doveva uccidere, per

porre fine alla problematica-distrazione,

per eliminare il

nemico esterno.

Per questo erano previste

forme di difesa-attacco-combattimento,

interiore ed esterno.

Il limite oggettivo della spada consiste nel fatto che,

di base,

utilizza  l’orientamento ad uccidere.

In questo modo, 

si inibisce la possibilità tecnica di

poter “unirsi” 

con la controparte interiore o esterna,

che viene eliminata.

Si perde così, 

la possibilità di “unirsi” con una parte del Tutto,

in quanto non si utilizzano più i potenziali che hanno permesso a quella condizione interiore, o a quell’elemento esterno, di
manifestarsi,
esattamente nei modi in cui lo ha fatto
e che abbiamo combattuto, ucciso.

Si pensa che, così facendo,

eliminando il problema, la distonia,
la patologia, il nemico,

si possa

liberare il proprio Io-psyché,

per introdurlo in una

dimensione olistico-autopoietica:
penetrare la materia, il soma.

Infatti, simbolicamente, e praticamente, si poteva

conficcare la spada, se stessi, nella materia:
conoscersi oltre il problema, la distrazione,
e trovare la profondità, oltre la discrasia, oltre il nemico.

La spada, conficcata al terreno,

forma la croce,
uno degli antichi,
ma attualmente anacronistici,
riferimenti del sacro:
la spada,
ovvero se stessi,
penetrava la materia
e avveniva il passaggio alla conoscenza.

Spada nella roccia di San Galgano

Alla verifica sul campo, si è potuto rilevare che, nell’Io-psyché di questi combattenti,

il livello di conflittualità con se stessi e nella relazione con gli altri continuava e continua ad esserci:

infatti, rimane la 

separazione dalla parte che hanno combattuto, che hanno ucciso,
da cui si sono difesi, ossia dall’elemento di sé che hanno ucciso  e da quello che ha sentito il bisogno di uccidere.

Non integrandola, sono entrati in una

contraddizione insanabile

con la condizione olistico-autopoietica che, in tutte le Tradizioni, ha sempre coinciso con 

l’integrazione del
principio individuale con il principio universale,
con l’Universi-parte.

A quel Tutto, “manca” un pezzo:

la parte che hanno “ucciso”.

Con lo 

scettro Ypsilambd,
nella
∑ophy Martial Art,

si

pone in remissione la contraddizione
che evidenzia
l’affermazione dell’identità,
diversa da quella che
simbolicamente e praticamente
si è “ucciso”,

ma che per

entanglement coscienziale e micro-particellare
è parte integrante e inscindibile
dell’Universi-parte che siamo.

Lo scettro o lituo Ypsilambd (o ∑igma), ossia l’estensione a dimensione simbolico-reale dell’antropomorfologia dell’essere umano

è l’unione, attraverso il ramo unico, di una Ipsilon-psi (Y-Ψ che forma l’archetipo acquisito funzione Ypsi –YΨ-)
con un’altra rovesciata, il Lambda (λ)

Il lambda individuabile nella
parte inferiore dello scettro
in cui l’archetipo funzione YΨ evidenzia l’archetipo innato ∑

Evidenziazione del ∑igma

che coincidono con i tre archetipi autopoietici e con la morfologia del corpo umano.

Da qui, il nome 

Y-psi-lambd
(o ∑, sommatoria degli archetipi innati-acquisiti).

  •  Ma che cosa è, esattamente, il lituo o scettro Ypsilambd?

Nell’accezione comune, il lituo è sostanzialmente un bastone ricurvo su tutte e due le cime o soltanto su una. 

Era usato ad esempio dai 

Rasna
(gli Etruschi)

per realizzare  il rituale del Templum, marcandolo nel cielo, ossia descrivendo, attraverso il movimento del lituo, delle geometrie circolari e suddividendole in settori. Osservavano poi gli avvenimenti che accadevano in uno o più di questi settori, leggendoli e interpretandoli come favorevoli od ostili.

Il lituo era quindi utilizzato come

strumento capace di essere parte di forme di conoscenza
espressa dall’Io-psyché dell’augure che lo gestiva e lo utilizzava.

Altro esempio è il

pastorale o vincastro,
è un bastone dall’estremità ricurva,
utilizzato da religiosi.

Originariamente era un bastone di legno utilizzato dai pastori per guidare il gregge e per allontanare dalle pecore animali come cani randagi o lupi,  uno strumento quindi di sopravvivenza e funzionale. Costruito con legno di vinco, da cui il nome vincastro, alto quanto la persona che lo usava, veniva impugnato a due terzi

a sostenere il pastore durante il cammino.

La sommità ricurva veniva utilizzata per appendere cose da portare al seguito.

Esattamente come i pastori che guidavano il loro gregge o il Papa guida i fedeli

utilizzando il vincastro,

il ricercatore in Sigmasofia guida se stesso utilizzando il
lituo-scettro Ypsilambd,

Punto di confluenza a psi

tenendo presente che il

se stessi si estende e include l’Universi-parte,

quindi, 

quella parte di noi stessi che è l’altro.

Assume perciò un sistema di conduzione ad ampio raggio,
olos-direzionale
praticabile da tutti.

Le estremità appuntite indicano

l’orientamento a spronare se stessi nei momenti identificativi.
Formano una Psi,
a indicare l’utilizzo di quelle facoltà nei momenti di
disorientamento dalla
Via che conduce a se stessi.

Eretto, per indicare la posizione di allineamento a se stessi.

Il lituo è utilizzato per guidare se stessi,
concretizzando i principi attivi di auto-determinazione-realizzazione,
di auto-rigenerazione-guarigione, omeostatici, di conoscenza.

Alle estremità, evidenzia, in metallo prezioso,

lo scudo
(o oplon),

per indicare il 

∑igma

(sommatoria più proprietà emergente)

delle esperienze realizzate e di cui si è consapevoli, dal concepimento al momento attuale

Evidenziazione del ∑igma

Evidenziazione del ∑igma

Quello indicato nell’immagine sopra, rappresenta quanto da me consapevolizzato in trent’anni di ricerche pratico-teoriche e, precisamente, è la sovrapposizione degli archetipi innati e acquisiti, presenti nello scettro-noi stessi, in un cerchio (che simboleggia la linea dell’orizzonte e della volta celeste, la sfera d’azione olisticoautopoietica, sensorio-percettiva in cui operiamo e ci individuiamo: lo scudo o oplon

scudo o oplon

Nello scudo possiamo individuare nitidamente la sovrapposizione sul

lambda

(in oro zecchino),

la psi (in argento)

e la

Y (in oro ducato).

La sommatoria (∑) dei tre, da cui nasce la saggezza che sono riuscito a consapevolizzare dal concepimento al momento attuale. Tale saggezza è rappresentata dalla parola 

∑ophy (Sofia, saggezza),

scritta sull’asse orizzontale dello scudo. L’asse orizzontale è parte integrante di uno degli stati di coscienza che mi hanno permesso di consapevolizzare quanto descritto, si tratta della 

dimensione simbolico-reale
dell’aequilibrium
,

presente implicitamente nello scudo:

Evidenziazione di aequilibrium dallo scudo

Il concetto di sommatoria e proprietà emergente è simboleggiato dalla lettera greca, sigma, che coincide con la lettera S, di qui il termine 

∑ophy che significa saggezza,

ma anche Sigmasofia, il nome della Via di conoscenza da me fondata e nello stesso tempo indicatrice dello 

stato di consapevolezza d’avanguardia
producibile dall’Io-psychè.

Si evidenzia così che ogni libero ricercatore potrà creare il proprio

stato
Io-somato-autopoietico
Sigmasofia,

ossia la proprietà emergente scaturente dalla

sommatoria delle esperienze
(diverse per ogni Io-psyché)
create dal concepimento al momento attuale.

In sintesi, è quindi l’espressione simbolico-reale e reale-simbolico di uno stato di consapevolezza, sensibile e sovrasensibile, raggiunto attraverso il vissuto, e individua l’insieme delle facoltà dell’Io-psyché che lo utilizza.
In sintesi, è quindi 

l’espressione simbolica di uno
stato di consapevolezza,
sensibile e sovrasensibile,
localistico e non locale
raggiunto attraverso il vissuto, e individua
l’insieme delle facoltà dell’Io-psyché che lo utilizza.

Il lituo è anche denominato 

bastone del comando.

Nell’accezione indicata, è

lo scettro del comando
di se stessi

e, tale comando, non può che emergere dalla consapevolezza raggiunta.

A volte, è possibile utilizzarlo per

comunicare con solennità tale stato di auto-consapevolezza e di potere raggiunto anche esterno
(vedi l’utilizzo originario dello scettro dei monarchi).

Scettro, dal latino sceptrum,

significa

bastone per appoggiarsi.

In Sigmasofia, antropomorfologicamente,

il bastone su cui poggiarsi è
se stessi: l’Universi-parte.

Lo scettro Ypsilambd, essendo utilizzato per

esprimere lo stato di auto-consapevolezza
vissuta raggiunto
,
può permettere l’azione sensibile
del potere olistico-autopoietico reale.

In generale, lo scettro, o lituo, è un asta-bastone che viene ornata e decorata a seconda di chi lo usa, e

gli ornamenti indicano il proprio stato di auto-individuazione

(metalli, pietre preziose, simboli quali il globo, la corona, la croce, l’aquila, il leone ecc.).

In Sigmasofia, rappresentando se stessi, l’ornamento del bastone avviene attraverso i segni-simboli che gli fanno rappresentare la morfologia del corpo umano e alcuni archetipi autopoietici-acquisiti, da questi veicolati, ossia, il

potere potenzialmente veicolato da chi lo usa, lo assume.

Inoltre, può essere utilizzato come

strumento di misura
(meditazione),

che indica la

capacità sensorio-percettiva, sia sensibile che sovrasensibile,  sia locale che non locale, transfinita, di chi lo utilizza.

Indica come l’Io-psyché che lo gestisce, lo esprime, sia 

conduttore, magistrato, sovrano, sacerdote (…)
di se stesso
.

Scettro e antropomorfologia a scettro

Il materiale con cui viene realizzato il lituo autopoietico Ypsilambd è a scelta del ricercatore che lo utilizza. Viene impiegato anche, per delimitare lo spazio-tempo in cui il ricercatore si riconosce e in cui si auto-forma, per osservare, esplorare, partecipare, per empatonizzarsi con se stesso,

per tentare nuove esplorazioni consapevoli del
proprio inconscio acquisito
(individuale e collettivo) e autopoietico,
ossia la non località transfinita, di cui è parte integrante,
entrando, così,
nel continuo presente
(o tempo autopoietico).

È un

moderno strumento utile a formarsi e a creare simultaneamente autoconsapevolezza armonica, interiormente ed esternamente, un campo unico.

Quindi, lo scettro o lituo Ypsilambd, noi stessi, si organizza, come base fondamentale, per trovare il

punto d’unione, d’integrazione fusionale autopoietica profonda con il cosiddetto nemico esterno e/o interiore, come le malattie (o discrasie), il sintomo, l’identificazione, la distrazione (…).

Per questa operazione,

non servono, ovviamente, tecniche di difesa e di combattimento,
ma di reintegrazione, di fusionalità autopoietica e di empatonia.
Quindi, non uccisione, ma riconoscimento che l’altro è parte di noi:
tutto è atomicamente collegato, autopoieticamente, coscienzialmente legato,
uccidere, combattere, difendersi,
significherebbe combattere se stessi,
auto-aggredirsi.

Il vissuto in cui l’altro è parte di noi è simboleggiato dalla coscienza della cellula in cui individuiamo il principio attivo maschile unito al principio attivo femminile, la cellula è inscindibile evidenzia quindi

androginia

che a sua volta proviene da altre androginie: dalle

unioni di padre-madre in figlio che ci precedono
e di cui siamo espressione ultima, tale
filo blu
della conoscenza androginica Io-somato-autopoietica, sensibile e sovrasensibile, localistica e non locale.

Tale stato androginico, in ∑ophy Martial Art è rappresentato dal simbolo

l’essere umano, androgino,

che tiene in mano lo scettro e lo scudo. Ha le ali per indicare ka

facoltà del volo: de-localizzazione dell’Io-psyché 

L’androgino Sigmasofico
è il simbolo ufficiale della
Scuola
di
∑ophy Martial Art.

Dopo il lavoro di reintegrazione-fusione autopoietica (di base), che attraversa diverse fasi di comunicazione vissuta, accesa, forte, sentita, si procede con la Concentrazione-transmutazione autopoietica della parte interiore, o esterna (sono un campo unico), di cui stiamo trattando ma, in questo caso, utilizzandone il campo di forza (istintivo-emozionale ed autopoietico-coscienziale). È una forma di 

Pancrazio
Io-somato-autopoietico
(dal greco pan-kration, di cui pan significa tutto
e kratos, potere, quindi,
forza auto creante del Tutto).

Pankratiasti

Da ciò, deriva che ogni Io-psyché dell’essere umano può essere definito un

pankratiaste,

 letteralmente,

praticante la forza del Tutto,
utilizzando il proprio Io-soma.

È l’intera forza, l’intero potere dell’Io-soma-autopoiesi. 

o, più precisamente, un 

principio attivo di
∑ophy Martial Art.

Pankratiasti

Riconoscendo, vivendo, risalendo e transmutando i contenuti e le identificazioni acquisite, si recupera, attraverso questa operazione di marzialità interiore, la forza del proprio corpo che denominiamo l’altro, la discrasia, il sintomo.

L’uso dello scettro, di se stessi, è sostenuto da azioni, da

Autopoiesi olosgrafiche
(forme e stili)

che s’ispirano a

modalità operative innovative,
per l’Io-psyché dell’essere umano.

Inoltre, attraverso prese di consapevolezza successive, si ottengono risultati riguardanti

l’incremento dell’auto-consapevolezza

e, quindi, dell’uso del

potenziamento del pensare, del volere, del sentire, del percepire,
del concettualizzare, dell’immaginare (…)

e di tutte le iper-sensibilità, o facoltà olistico-autopoietiche che, necessariamente, emergono da questa pratica di reintegrazione.

Di fatto, si assiste alla transmutazione di processi distonici, quali distrazioni, tensioni, stress, paure, identificazioni ossessive, psicosi, discrasie Io-somato-autopoietiche di diversa natura  e, aspetto importante, la reintegrazione consapevole del 

potenziale culturale acquisito e innato dell’altro, del mondo.

È l’azione che conduce l’Io-psyché ad incontrare direttamente i propri ingredienti autopoietici, vivendoli come elementi che troviamo alla radice di ogni processo, interiore ed esterno: è la condizione che potrà

ricongiungere, riunire la pulsione olistico-autopoietica a vivere con l’azione sensibile, quotidiana.

La 

∑ophy Martial Art
non raggiunge il sovrasensibile, la non località,
attraverso l’uccisione simbolica o reale
dell’evento interiore ed esterno,
così come hanno tentato di fare alcuni gruppi cavallereschi del passato,
quali i Templari, i Teutonici (…),

ma direttamente attraverso la

danza di reintegrazione e la trans-mutazione autopoietica, applicata a se stessi: l’Universi-parte.

La pratica di quanto finora indicato, unitamente agli studi e alle ricerche realizzate, ha determinato il riconoscimento, la percezione diretta, il vissuto della morfologia dei principi attivi, formanti i diversi stati coscienziali, quali: 

l’intuitive e il synchronicity insight, il volere, il sentire, il pensare, l’immaginare, il concettualizzare, l’autodeterminazione autopoietica, lo spazio-tempo, la pluridimensionalità, l’a-dimensionalità, la

simultaneità autopoietica o continuo presente, la verbalizzazione, la numerazione, l’inizio-la fine, il transfinito, la centralità autopoietica, l’autoconsapevolezza, l’equilibrio, la coordinazione, la compattezzasolidità, la precisione, l’orientamento-direzione olistica, la

concentrazione, la pulsione autopoietica, la flessibilità, la leggerezza, l’agilità, la gravità, la bellezza autopoietica, le radici autopoietiche, la fusione-comunione, la creatività-creazione, i principi attivi autopoietici dell’eros, l’auto-rigenerazione-autoguarigione, l’autopoiesi, l’omeostasi, la meditazione, la reintegrazione- stabilizzazione consapevole, il vuoto quantistico, l’entanglement, l’olospresenza, la non località coscienziale:

l’unico stato coscienziale Sigmasofia,
ossia gli
ingredienti innati di
Y-psi-lambd,
noi stessi.

La ∑ophy Martial Art, le Forme e lo Stile unico proposti rappresentano il 

nuovo orientamento per l’Io-psyché
dell’essere umano del terzo millennio.

Lo direzionano verso la marzialità interiore (ed esterna) innata, che risiede alla radice di quel movimento non localistico che è l’Io-psyché.

La nascita della ∑ophy Martial Art è l’inevitabile conseguenza della Via che sta seguendo l’essere umano che ha scoperto di

poter utilizzare le proprie radici come sostegno, come potenza, svestita dei vari significati-significanti della propria azione.

È costituita da Autopoiesi olosgrafiche che possono essere praticate in ogni luogo dell’Universi-parte, noi stessi, non importa se inquinato o incontaminato. 

Sono il veicolo delle potenzialità olistico-autopoietiche innate, delle memorie dimenticate dell’umanità  e della propria storia acquisita.

In ogni Io-psyché esiste il metodo, la ∑ophy Martial Art, che possono condurlo all’incontro con se stesso, l’Universi-parte, ossia con le estensioni non locali, presenti ovunque, che lo compongono

Ognuno, sperimentando direttamente se stesso, può descrivere quanto vissuto e rappresentarlo attraverso segni grafici e frasi. A questa 

Costruzione della Propria Teoria, conseguente al vissuto diretto, abbiamo dato il nome di 

Tavola autopoietica Sigmasofica
o
Cifrario Sigmasofico,

che racchiude il 

simbolismo della Sigmasofia

e, in particolare, quello del 

lituo Ypsilambd.

La Tavola coincide con la sintesi dei vissuti Io-somato-autopoietici, dei contenuti, delle reazioni, delle produzioni, delle creazioni, degli investimenti simbolici-reali (…), attuati dall’Io-psyché. 

Va disegnata traducendo in segni grafici, ideati direttamente in conseguenza della visione olistico-autopoietica applicata su ogni contenuto dell’Io-psyché, istintivamente, emotivamente, intuitivamente, sincronicamente significativo, positivo o negativo, vissuto nell’arco di tempo che va dal concepimento-nascita al momento in cui lo elaboriamo. Costituirà il fondamento simbolicoreale e sintetico della Costruzione della Propria Teoria inerente i significati-significanti della vita e del suo contenuto, lo stato coscienziale punto morte.

Da questa base, imiteremo, rappresenteremo e osserveremo interiormente i simboli-segni della Tavola, assumendone con l’Iosoma-autopoiesi le posizioni, comprendendo così, attraverso il vissuto diretto, se in essi c’è armonia o disarmonia.

Il fluire continuo della vita e dello stato coscienziale punto morte, delle esperienze, ci farà comprendere che più viviamo le varie situazioni esistenziali, più i contenuti della coscienza, prima inconsci, tenderanno ad emergere. Per questo,

la creazione della Tavola Autopoietica va rinnovata e aggiornata continuamente.

Man mano che sperimentiamo, che ci formeremo a noi stessi, cambieremo, e anche la Tavola Autopoietica (personale) ne risentirà.

Per questo, consiglio di

crearla in coincidenza dei solstizi: il periodo della nuova luce, al solstizio d’inverno; il periodo della massima luce, al solstizio d’estate e al momento del solstizio interiore, ossia quando un nuovo insight intuitivo e sincronico, una nuova consapevolezza nascerà dalla pratica della vita e ci farà individuare, vivere il principio attivo autopoietico da cui gli opposti-complementari luce-buio nascono.

Quando l’Io-psyché del ricercatore raggiungerà le proprie estensioni non locali, il campo coscienziale olistico-autopoietico (o inconscio autopoietico), scoprirà che sono elementi indelebilmente interagenti con quelli di altri Io-psyché. Ad esempio, in tutti c’è il processo funzionale dei principi attivi autopoietici, del campo istintivo-emozionale e aggredior, il processo del produrre stati coscienziali, indipendentemente da come ognuno li veste, li specializza, con la propria storia-tradizione acquisita.

Quindi si individua un processo che trascende l’esperienza individuale,

raggiungimento che dovrà ricadere nella propria Tavola Autopoietica. Ma, in quel preciso momento, il simbolo-segno rappresentato assumerà un valore collettivo, autopoietico, utilizzabile non soltanto da noi stessi. È questo il momento che segna l’ingresso nella Tavola Autopoietica di valore integrante l’Universi-parte, e non soltanto la parte (individuale). 

In sintesi,

il vissuto della Tavola ci indicherà se quella modifica sta andando verso una maggiore comprensione dei significati-significanti autopoietici dell’esistenza, verso i principi attivi autopoietici, archetipici, transfiniti,

in questo caso, 

sarà più facilmente imitabile e riproducibile con l’Io-soma-autopoiesi e più percepibile interiormente,

se, invece, quella modifica sta andando in direzione opposta, la sua imitazione, riproduzione e percezione interiore lo saranno di meno.

La mia ricerca in Sigmasofia, durata trent’anni, mi ha condotto al logo della Sigmasofia.

Nel momento in cui ho superato i miei ostacolatori individuali ed ho vissuto i principi attivi autopoietici, la non località, ho compreso che nel logo erano emersi simboli-segni e vissuti autopoietici che potevano essere riconoscibili e d’aiuto anche ad altri Io-psyché.

Praticando i movimenti di quei simboli,
imitandoli con l’Io-soma corpo
assumendone
la forma
e abbinando la visione autopoietica (interiore), ho vissuto esperienze del sovrasensibile non localistico e mi si sono dischiusi altri significati-significanti sul vivere e sullo  stato coscienziale punto morte.

Da queste esperienze, decisi di divulgare la 

Tavola Autopoietica
(il logo)

ai ricercatori che ne avrebbero fatto richiesta. Anche i simboli-segni dell’alfabeto ieratico egizio, ad esempio, andrebbero imitati, penetrati, vissuti e compresi nella loro interezza. Sono come Tavole Autopoietiche, sono simboli-segni autopoietici: vivendoli, si può iniziare a comprendere l’Io-psyché di chi li ha creati e che ha dato loro quelle precise forme, e non altre.

Il logo, o scudo, della Sigmasofia potrà permettere all’Io-psyché che lo sperimenterà di entrare in risonanza, di  creare un ponte con i principi attivi autopoietici presenti alla radice dell’Io-psyché, dell’Universi-parte, di se stessi.

Permetterà, nei fatti, di sperimentare tali principi attivi autopoietici, operanti nella non località, nell’inconscio autopoietico, nell’Io-psyché che, uniti alla pratica e alle transmutazioni del proprio logo, potranno dare luogo al riconoscimento e al vissuto di altri 

∑igma
(sommatoria più proprietà emergente)
di altri processi innati non locali.

È il luogo della

propria avanguardia Io-somato-autopoietica,

è il

confine tra il noto e il non noto,
tra il consapevole e il non consapevole, su cui si sta lavorando: l’Io-psyché sta costruendo il proprio archetipo acquisito funzione Ypsi.

Le componenti della vita-Autopoiesi o campo coscienziale olistico-autopoietico, sono di altra intensità e potenza rispetto alle forme che assumono quando diventano azione sensibile, contenuti che si evidenziano dal campo istintivo-emozionale, dagli stati coscienziali sensibili. Se l’Io-psyché non ha ancora un significato-significante acquisito attraverso l’esperienza, il suo stato è ancora autopoietico (innato), 

non risente cioè della riduzione-collasso e dell’identificazione nelle esperienze, negli stati coscienziali, nelle dicotomie, nell’enantiodromia, in ciò che chiamiamo la riduzione-collasso della
funzione campo coscienziale olistico-autopoietico.

Tale funzione è non localistica ed è il 

∑igma, la sommatoria più proprietà emergente di tutte le funzionalità dell’Universi-parte transfiniti, è un campo non ridotto.

È questo che, se vissuto consapevolmente,
potrà transmutare l’identificazione nel solo sensibile, nel localistico.

Nella Tavola Autopoietica, è possibile inserire contenuti acquisiti e innati. Tradurre le morfologie dei principi attivi autopoietici in segni grafici è molto difficile, ma realizzabile. Le morfologie tridimensionali partecipabili, osservabili, dei principi attivi e trasferibili nella Tavola Autopoietica coincidono con il Progetto Genoma Coscienziale, in quanto molte di tali morfologie concorrono alla creazione dei processi coscienziali, ossia sono ciò che all’essenza forma l’Io-psyché. 

Poiché la vita-autopoiesi, come verificato, opera nel cuore di ogni meccanica sub quantistica, ed è quindi presente all’essenza di ogni cosa (animali, piante, natura, cosmo), ogni azione avrà il potere autopoietico di creare un effetto, una variazione, ovunque

per entanglement
tutto è atomicamente e coscienzialmente legato.

Da sempre, esistono Io-psyché che
sono entrati nella coscienza collettiva

o che hanno mosso milioni di persone,

e così i simboli-segni da loro creati.

Vedi anche: Dizionario dei simboli, Iean Chevalier e Alain Gheerbrant, Rizzoli
Edizioni. Enciclopedia dei simboli, Hans Biedermann, Edizioni Garzanti 

La consapevolezza dell’Io-psyché dei principi attivi che lo formano
può muovere moltitudini di Io-psyché, così, i suoi simboli-segni.

È l’essenza della realtà, di cui moltissimi hanno tentato di parlare,

è il campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché non locale, è la danza olistico-autopoietica
dell’Universi-parte che partecipa-osserva,
e consapevolizza se stesso.

I simboli-segni acquisiti e quelli innati ci serviranno come azione di verifica sullo stato di avanzamento dell’indagine su noi stessi.

Non preoccupiamoci se, nei momenti di costruzione e modifica della 

Tavola Autopoietica personale, potremo proiettare degli errori, a causa dell’inconsapevolezza di molti processi non locali.

La pratica della Tavola Autopoietica personale serve proprio a tentare di andare a vivere quali siano. Nella Sigmasofia, 

non ci si identifica tutti
sotto uno stesso simbolo-segno.

 La Tavola Autopoietica personale formata può rappresentare la
naturale trans-mutazione della
bandiera da combattimento
(in tutti gli eserciti è un simbolo ancora in uso),

ossia, in termini Sigmasofici,

la  bandiera di Concentrazione-transmutazione olistico-autopoietica applicata su se stessi,
di ogni singolo Io-psyché.

Nelle 

Tradizioni orientali e occidentali classiche, la bandiera da combattimento è unione di parti a seconda del movimento, della religione di appartenenza);

per la Sigmasofia, è un 

simbolo-segno inequivocabile di chiusura e di ostacolatori identificativi conflittuali irrisolti, legati al potere di chi lo esercita.

Nascendo esattamente dall’intuito di chi la crea,

la Tavola Autopoietica indica le possibilità pratiche di
∑ophy Martial Art, di Concentrazione-transmutazione che quell’Iopsyché, in un determinato momento storico-esistenziale, può agire.

Per questo, la 

bandiera da ∑ophy Martial Art
(ex combattimento),
nella vita e nello stato coscienziale punto morte,
è assolutamente individuale e in continuo mutamento
(fino a che non si vivranno i principi attivi autopoietici, non locali).

La

∑ophy Martial Art

applicata su se stessi, di ogni singolo Io-psyché, in tutti gli eserciti è un simbolo ancora in uso, ma la 

∑ophy Martial Art
indica la naturale trans-mutazione
dell’anacronistica ed obsoleta istituzione degli eserciti.

Nelle tradizioni orientali e occidentali classiche,

la bandiera da combattimento è unione di parti a seconda del movimento, della religione di appartenenza); per la Sigmasofia, ciò è un simbolo-segno inequivocabile di chiusura e di ostacolatori identificativi conflittuali irrisolti, legati a problematiche-discrasie inerenti il potere nella relazione di chi lo esercita.

Nascendo esattamente dall’intuito di chi la crea,

la Tavola Autopoietica indica le possibilità pratiche di
Concentrazione-transmutazione di ∑ophy Martial Art che quell’Iopsyché, in un determinato momento storico-esistenziale, può agire.

Per questo, la bandiera da danza autopoietica, nella vita e nello stato coscienziale punto morte, è assolutamente individuale e in continuo mutamento (fino a che non si vivranno i principi attivi autopoietici, non locali).

Il costume, le divise, indicano l’identificazione a cui si appartiene; allo stesso modo, seguendo le indicazioni finora date, per la Sigmasofia,

il costume, la divisa,
il nostro modo di presentarci,
corrisponderà irresistibilmente a quello che siamo:
alla nostra Tavola Autopoietica.

Il logo della Sigmasofia indica, tra le altre cose,

non una nuova ideologia,
ma semplicemente il fatto che ogni essere umano
può formarsi a se stesso,
qualunque cosa esso sia,
e può rendersi auto-creatore sempre più consapevole.

Quindi,

non uniformità, setta, ma reale
unità nella diversità,
autonomia fusionale autopoietica,
stato di entanglement coscienziale,
stato coscienziale Sigmasofia.

È possibile verificare tale realtà nel fatto che ognuno veicola il proprio stato di autoconsapevolezza e, in questo senso, viene

superata e
definitivamente transmutata
la figura del Maestro-medico-psicoterapeuta (…)
e, ancora più, quella del discepolo-paziente-cliente,
per far nascere al loro posto
esseri umani che risalgano e raggiungano la scoperta diretta e vissuta dei principi attivi autopoietici, da cui si evidenziano la vita e lo stato coscienziale punto morte

ognuno con la propria

bandiera di
∑ophy Martial Art
raggiunta

La Tavola Autopoietica (o cifrario) della Sigmasofia tenta di mostrare i principi attivi autopoietici che, attraverso la Concentrazione-transmutazione autopoietica, sono riuscito a raggiungere e a verificare. È questa la legittimazione che permette a questo metodo di essere una 

Scienza della coscienza e una coscienza della Scienza e,

soprattutto,

l’ontos-sophos-logos della coscienza
e
coscienza dell’ontos-sophos-logos

Indica un modo possibile e ripetibile per raggiungere il sovrasensibile, il non deteriorabile, ed unirlo all’azione quotidiana.

È un movimento possibile che può essere d’aiuto determinante a coloro che stanno costruendo la propria Tavola, il proprio simbolo, e a riconoscere quelli esistenti. Quando raggiungeranno i principi attivi autopoietici non locali, allora capiranno che quei

simboli-segni olistico-autopoietici
fanno parte di un’unica vita-autopoiesi
(il campo coscienziale olistico-autopoietico)
pre-spazio-tempo, ossia inerente il continuo presente,
condizione in cui il ricercatore in Sigmasofia vive la libertà olistico-autopoietica.

È per questo che tutti possono essere parte della Sigmasofia e raggiungere lo stato coscienziale Sigmasofia.

Entriamo ora nel merito del logo della Sigmasofia

e dei simboli-segni che da esso si evidenziano

da cui si è evidenziato il lituo autopoietico Ypsilambd

che è il ∑igma

sommatoria più proprietà emergente della Ypsilon, della Psi e del Lambda,

ossia gli archetipi dell’inconscio innato, sintetizzanti alcuni principi attivi, da cui nasce la 

geometria dell’essere umano.

La Tavola Autopoietica sigmasofica rappresenta la sintesi, transmutata in grafica, del 

∑igma
(sommatoria più proprietà emergente).
È la funzione Ypsi della Via di conoscenza Sigmasofia.

In essa, si evidenziano inoltre:

la panoplia e il blasone sigmasofici.

  • La panoplia è, nell’accezione Sigmasofica,  l’insieme delle azioni esistenziali auto-realizzative, auto-rigeneratrici e di conoscenza, di cui dispone il ricercatore e che possono essere utilizzate come grafica ornamentale della propria casa, di se stessi.
    Pan significa tutto, oplia, oplita sta per armi, che qui vanno intese come azioni olistico-autopoietiche disponibili.
  • Il blasone è un simbolo di ∑ophy Martial Art che viene usato per esprimere, per descrivere la sintesi complessiva della

propria consapevolezza
(blasonatura autopoietica o sintesi in massime, in aforismi, del proprio scudo o Tavola Autopoietica)
secondo i principi attivi dell’araldica Sigmasofica.
Il blasone Sigmasofico

rappresenta quindi l’auto-consapevolezza dell’Universi-parte, da parte del ricercatore. 

  • L’araldica autopoietica è lo studio degli scudi, della Tavole Autopoietiche. È quel settore della ∑ophy Martial Art, che ha lo scopo di individuare, riconoscere, descrivere e catalogare gli elementi grafici utilizzati nel loro insieme, per identificare

il nome,
scaturente dal vissuto diretto,
che un ricercatore potrà assumere.

L’araldica Sigmasofica è stata ideata per dare la possibilità al ricercatore del futuro di poter riprodurre la Tavola Autopoietica del ricercatore che sta studiando, potendo così riprodurre senza errore tutte le caratteristiche del blasone sigmasofico.

La Tavola Autopoietica Sigmasofica si materializza con la sua forma circolare ad indicare la sfera e il punto, la linea dell’orizzonte e la volta celeste, rispetto al punto in cui ci si riconosce, e la sua olosdirezionalità, evidenziata dalle otto direzioni, più che tridimensionali, in cui si evidenziano i simboli Ypsilon, Psi, Lambda e la scritta Σophy, il riferimento da cui si è partiti. A tale scudo di riferimento formativo iniziale, si aggiunge la Tavola Autopoietica personale. Quest’ultima è semplicemente rappresentata dalla scudo circolare e dal punto, ossia la superficie che aspetta i vissuti del ricercatore in formazione, via via che maturerà prese di consapevolezza, attraverso le Autopoiesi olosgrafiche, gli stati di non località, la pratica di vita quotidiana consapevole, che 

tradurrà in segni e simboli indica che il ricercatore ha appena iniziato la formazione a se stesso, ma non ha ancora riconosciuto le tecno-ontos-sophos-logie di cui può disporre e gli effetti di vissuto che hanno.

Il suo scudo è per questo motivo in continua edificazione, il potere del suo scettro è trans-finitamente in fase formativa, perché l’Universi di cui è parte entangled, inscindibile è interiormente ed esternamente dello stesso tipo.

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