VIA DI CONOSCENZA SIGMASOFIA

FONDATORE

Nello MANGIAMELI

∑ophy

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NOMI A-M

Aggredior e aggredior-out

L’Io-psyché ha quale proprio ingrediente fondamentale l’aggredior. Aggressività deriva dal latino aggredior e significa andare avanti: è la pulsione olistico-autopoietica, ossia la spinta a vivere e a sopravvivere. L’aggredior-out  una specifica azione dell’Io-psyché, ossia dell’impulso-spinta (o metabisogno) alla sopravvivenza, vestito con specifici significati-significanti, valenze (positive o negative), che possono essere in antitesi con l’organizzazione Io-somatica, gli stati coscienziali acquisiti, in cui l’Io-psyché del soggetto che lo attua è identificato. Tale complesso -spinta è difficilmente gestibile e controllabile e può assumere diversissime forme e modi, mentre esce: non è infrequente la forma di auto etero-aggressività. È sempre collegato all’uscita fuori di memorie registrate che, prima, erano inconsce. È strettamente collegato al meccanismo della traslazione, della proiezione e dello spostamento, tanto che può essere considerato anche una loro espressione. L’aggredior-out è sempre considerato l’agire all’esterno di una componente dell’archetipo B. e di quello C.A.: ha quindi sempre a che fare con un contenuto acquisito, precedentemente registrato. L’aggredior-out è una forma di traslazione. Incontrando ostacolatori o gruppi di ostacolatori dell’archetipo B e dell’archetipo C.A., l’Io-psyché assume e rappresentare azioni che normalmente non agisce e che possono esprimersi in ogni forma, intensità e valenza. È l’Io-psyché che, raggiungendo luoghi e costellazioni inconsce, in conseguenza di questo incontro, le fa emergere. L’aggredior-out è sempre opera dell’Io-psyché che fa risuonare ciò che sta vivendo, in uno specifico momento storico, con gruppi di costellazioni, di ostacolatori inconsci, esprimendoli nel ssensibile. L’aggredior-out assume peculiari forme acquisite di uscita fuori, a cui la spinta innata a vivere e a sopravvivere (l’aggredior) è, ovviamente, sempre collegata. L’out indica che fa ricadere, riportare sull’azione sensibile consapevole l’espressione dell’aggredior. È un modo, per condurre a termine, per riportare cioè sul piano manifesto, processi complessi, inconsci, anche in un unico blocco e intensità! Il termine out non significa mai al di fuori del setting, in quanto l’Io-psyché opera sempre nella palestra cielo e terra. L’aggredior-put è un processo sicuramente legato alla spinta automatica a sopravvivere e a vivere ed è una forma di abreazione, di catarsi, da parte di processi inconsci cristallizzati. L’elaborazione verbale, conseguente all’aggredior-out, si manifesta sempre con caratteristiche istintivo-emozionali maggiormente forti. Molti incidenti, in apparenza fortuiti che accadono durante la formazione, possono esser considerati dei veri e propri aggredior-out. L’Io-psyché che lo agisce, vivendo, spesso lo fa per conto proprio, tanto che in taluni casi non se ne rende conto, non lo elabora. Per questo, durante la formazione, il potenziamento dell’auto-osservazione, in ogni contesto, assume una rilevante importanza. Specialmente all’inizio, l’Io-psyché del ricercatore spesso tende a non voler incontrare l’archetipo barriera sensibile e sovrasensibile e quello C.A., perché sa che dovrà incontrare elementi, da lui ritenuti spiacevoli, dolorosi, in opposizione all’immagine, alla propria consapevolezza acquisita, in cui si riconosce e opera. Questa difesa lo porterà a cercare strategie e soluzioni sul piano sensibile finalizzate, in realtà, a non incontrare la costellazione inconscia che vuole evitare. Per questo motivo, più la costellazione è forte, più la fuga nel sensibile è intensa. In alcuni casi, anche le opere creative compiute hanno lo scopo di non mettere in atto ostacolatori, cristallizzazioni, pulsioni (…). Il ricercatore che intellettualizza, analizza, parla, anziché vivere e risalire, segnala sempre la presenza di una forma di aggredior-out, abbinato ad uno spostamento. L’aggredior-out riduce e ridistribuisce la tensione interiore, il tono. La scarica fuori di ostacolatori, di solito, tenuti a freno, repressi, è liberatoria. Può essere considerata un segnale di avvicinamento ad una condizione di benessere Io-somatico che ha, come specifico ostacolatore, la convenzione sociale, in cui l’Io-psyché opera e si riconosce. In tal senso, anche se è un segnale di salute, l’aggredior-out va rigorosamente Risalito e trasformato, in favore di un fluire autopoietico e consapevole.

Androginia Io-somato-autopoietica

È l’Io-psyché che presenta caratteristiche sia maschili che femminili, evidenziatisi nell’unità Io-somato-autopoietica. Deriva dal greco, andròghynos, in cui andros significa uomo e ghyne significa donna.

Agnosia autopoietica

L’agnosia è l’incapacità di riconoscere gli oggetti. Per la Sigmasofia, assume l’accezione più ampia di consapevolezza del proprio stato d’inconsapevolezza e vissuta come spinta, pulsione a conoscere. 

Alimentazione autopoietica

Tutto ciò che serve ed è funzionale al nutrimento Io-somato-autopoietico che, nel sensibile, coincide con il soddisfacimento dei metabisogni e, sul piano sovrasensibile, con la formazione continua dell’archetipo funzione Ypsi, utilizzato dall’Io-psyché, per esplorare la componente transfinita, non locale di se stesso.

Allenamento autopoietico

Per rendere adatto, attraverso la pratica delle Autopoiesi olosgrafiche, l’Io-psyché a raggiungere, attraverso il vissuto diretto, la consapevolezza di se stesso, dell’Universi-parte.

Amicizia autopoietica

È un livello di consapevolezza autopoietica che consente di superare e di transmutare lo stato di scissione, di frammentazione dell’Io-psyché, quando non percepisce l’Universi-arte, quando separa il soggetto dall’oggetto e, illusoriamente, crede che si tratti dell’incontro tra l’Io e il Tu (vissuti come enti separati), ossia quando non percepisce l’unità con quella parte di sé che chiama l’altro.

Amnesia autopoietica

Si tratta della dimenticanza momentanea, della remissione parziale o totale della memoria che si ottiene, applicando la pragmatica della disidentificazione dal significato-significante.

Archetipi acquisiti alfa

Gli archetipo alfa, nascenti per determinazione dei principi attivi autopoietici, presenti nel campo coscienziale olistico-autopoietico, operano nell’inconscio acquisito collettivo e individuale. Sono campi e processi dinamici, stati coscienziali, contenuti nel funzionamento dell’Io-psyché e riscontrabili in ognuno. I fondamentali sono cinque: l’archetipo campo istintivo-emozionale e aggredior, l’archetipo barriera sensibile e sovrasensibile, l’archetipo acquisito Io-psyché, l’archetipo acquisito funzione Ypsi, l’archetipo spazio tempo. Rappresentano il modo di funzionare dell’Io-psyché e del corpo, comune a tutti.

Archetipo acquisito funzione Y

È la funzione dell’Io-psyché, utilizzata nell’esplorazione consapevole del piano Io-somato-autopoietico complessivo dell’essere umano. L’archetipo funzione Ypsi è l’estrapolazione dell’insegnamento, della consapevolezza, dalla somma delle esperienze di vita che ci autorizziamo a vivere dal concepimento al momento attuale. Tra le diverse applicazioni, tale presa di consapevolezza viene tradotta in parole e in segni specifici, sintetici, attinenti e corrispondenti alla Costruzione della Teoria conseguente il vissuto, realizzata dal ricercatore: denominata anche Tavola olistico-autopoietica individuale. L’archetipo acquisito funzione Ypsi coincide con la propria avanguardia di consapevolezza.

Archetipo B. -barriera sensibile e sovrasensibile- (o Archetipo B.)

L’archetipo barriera sensibile e sovrasensibile fa parte dell’inconscio acquisito collettivo e investe pienamente la sfera individuale. È la somma delle esperienze acquisite, registrate e dei principi attivi olistico-autopoietici e sensibili, necessari a mantenerle memorizzate nell’inconscio. Tale archetipo ricorda sempre all’Io-psyché ciò che è, perché gli mostra le esperienze registrate e attive e i campi, su cui queste poggiano. Nell’archetipo B., si manifestano particolari costellazioni e movimenti che l’Io-psyché può incontrare e vivere nella Concentrazione transmutazione autopoietica (la Risalita) su se stesso. Sono memorie acquisite e relativi istinti-emozioni che, in ogni momento, possono essere raggiunti dall’Io-psyché ed entrare in relazione.

Archetipo spazio-tempo -Chronos-

In generale, nel sensibile, lo spazio è individuato dall’Io-psyché come un’area, un luogo entro cui è possibile far muovere il proprio corpo fisico e in cui si muovono altri corpi (semoventi). Intuitivamente, viene indicato come transfinito il cosmo tridimensionale, all’interno del quale è presente il processo che denominiamo tempo. Invece, il tempo viene individuato come successione continua di istanti, durante i quali si svolgono eventi, esperienze, trasformazioni delle cose, intese come parti, formanti lo spazio. Per la visione comune, il tempo scorre come se fosse una freccia, dal passato verso il futuro e tale direzione è considerata, da taluni, irreversibile. Gli stessi processi possono essere vissuti con altri riferimenti, anche di reversibilità (per esempio, dal futuro verso il passato), ma è possibile affermare che l’archetipo acquisito sensibile spazio-tempo sia un processo, uno stato coscienziale presente in ogni Io-psyché.

Automatismo olistico-autopoietico

È il carattere di certi atti compiuti per determinismo olistico-autopoietico dalla coscienza dell’Universi-parte. È autoctono, innato, in quanto determinato da principi attivi olistici, senza che siano provocati da eccitazioni dell’Io-psyché. È automatico, in quanto si tratta di atto coscienziale, ripetuto con regolarità, dall’Universi innato: ne conseguono le forme dell’attività cosciente, innata, nascente dal determinismo olistico che le crea continuamente, anche con variazioni-contrasto di stato.

Autonomia fusionale autopoietica

È lo stato coscienziale dell’Io-psyché, in cui le due funzionalità, quella innata e quella acquisita, sono perfettamente integrate, riconosciute e applicate, con la specificità di agire nella consapevolezza vissuta, continua, del piano unico autopoietico, complessivo, da cui scaturisce. Significa dare la parola al cervello rettilico e alle sue connessioni con il cuore, con il cervello viscerale e con il campo coscienziale olistico-autopoietico, per connettere, tramite il cervello limbico, la neocorteccia e i due emisferi con esso e comprendere quello che insieme comunicano.

Autopoiesi

L’universi-parte (noi stessi) è un essere vivente attivo, dinamico. È immerso nella poiesis, dal temine greco poiein che significa crearepoiesis, creazione, Al vissuto diretto, si può scoprirlo e riconoscerlo come sistema dalle capacità di autocreazione continua, in tutte le sue espressioni, sovrasensibili e sensibili: le galassie, le stelle, i pianeti, la Terra, le specie, gli atomi, le molecole, il DNA, i quarks, le stringhe, l’antimateria, la non località (…). Ogni espressione dell’esistente è parte integrante di tale creazione-poiesis. Riconoscendola e vivendola come Universi-parte, atomicamente e coscienzialmente collegata, è evidente essere quella realizzata da un unico corpo, quindi, si tratta di un’attività di autopoiesi. L’Universi-parte è un sistema unico, auto-organizzato come rete di produzione di processi e di microstrutture sovrasensibili e sensibili, innate e acquisite, in cui ciò che è sovrasensibilmente prodotto, prosegue, assumendo, nel sensibile, morfologie specifiche: la propria attività di generazione di altri processi e di altre microstrutture, modulandone la funzione, determinandone l’azione che dovranno compiere. L’autopoiesi, che partecipiamo-osserviamo nelle diverse morfologie sensibili, è generata da queste funzionalità non localistiche, transfinite, che è possibile sperimentare e riconoscere, durante la pratica delle tecno-ontos-sophos-logie, denominate genericamente autopoiesi olosgrafiche. Quindi, l’Autopoiesi è sia il processo autopoietico (energetico, la vita), sovrasensibile, non locale dell’Universi, di cui siamo parte, sia la denominazione delle tecno-ontos-sophos-logie operative della Sigmasofia.

Autopoiesi olosgrafiche

Sono le tecno-ontos-sophos-logie Io-somato-autopoietiche della Sigmasofia e vengono denominate nel seguente modo: Autopoiesi Io-somatiche, Concentrazioni autopoietiche, Autopoiesi olosgrafiche marziali, Autopoiesi della vita e dello stato coscienziale punto morte, Autopoiesi olosgrafiche non locali, Danza autopoietica, Pan-kration autopoietico, ∑igma-Gym, Tecno-ontos-sophos-logie di progressione Io-somatica nella vita, Ecologiche (…).

Azione bios-etica autopoietica

È l’azione, scaturente direttamente dallo stato coscienziale Sigmasofia, emessa dell’Io-psyché che ha saputo raggiungere e vivere i principi attivi che lo formano, di cui è emanazione.

Campo M.A.C. – Campo coscienziale olistico-autopoietico (campo M.A.C., Morfo-Atomico-Coscienziale o inconscio autopoietico o Universi-parte o vita-autopoiesi).

Il campo coscienziale olistico-autopoietico e i principi attivi archetipici che hanno saputo edificare noi e la manifestazione sensibile, sovrasensibile, locale e non locale, di cui siamo parte integrante, includono la componente morfo-atomica (da cui il nome M.A.C.) che, all’Io-psyché, in moltissimi casi, risulta essere inconscio, in quanto non lo ricorda, non ne è consapevole.

Concentrazione-transmutazione autopoietica o Risalita

Trans-mutare significa cambiare, mutare nella morfologia-Io-somato-autopoietica, per cui si cambia, si sostituisce un ente con un altro. È più che una trasformazione. Trans significa oltre e mutare significa cambiare: un ente, un elemento, uno stato Io-somato-autopoietico in un altro, che si realizza per attività autopoietica. La Concentrazione-transmutazione autopoietica è una nuova e particolare forma di concentrazione che ha, come oggetto, l’Io-psyché dell’essere umano, i contenuti specifici degli archetipi alfa, gli aspetti della natura, le forme frattali, lo stato di fusione e i principi attivi (…), risvegliabili, in generale, attraverso la pratica di tutte le Autopoiesi proposte. come oggetto, tali Autopoiesi hanno soprattutto la cellula e l’atomo e, successivamente, gli archetipi autopoietici raggiunti. Possono innescare una tendenza alla Concentrazione-transmutazione autopoietica continua, alla trasformazione di qualunque tema sensibile o sovrasensibile, dopo che sia stato vissuto e integrato. Permettono di entrare, senza opposizioni e consapevolmente, nel fluire delle espansioni e delle contrazioni, incluse nell’Universi-parte, noi stessi. Unitamente alle Autopoiesi olosgrafiche alle Autopoiesi Io-somatiche, permettono di costruire il proprio archetipo acquisito funzione Ypsi, ossia la proprietà emergente dell’Io-psyché che si utilizza durante la pratica della Concentrazione-transmutazione autopoietica (la Risalita al campo coscienziale, a se stessi).

Conoscenza olistico-autopoietica

La conoscenza è la capacità di creare autoconsapevolezza, ottenuta attraverso la pratica di esperienze integrali, penetrate, ovvero tramite funzionalità acquisite e innate, disponibili alla coscienza. La conoscenza è quindi autoconsapevolezza del disporre di vettori in-formazionali (vedi voce) acquisiti e innati che si riferiscono al Tutto esistente (olos) e riconosciuti in modo auto-creato (autopoietico), connessi inscindibilmente tra loro.

Costruzione della Propria Teoria conseguente al vissuto

Dopo ogni stage, seminario o incontro pratico-teorico, il ricercatore in formazione elabora la Propria Teoria conseguente al vissuto, realizzando la Tavola autopoietica.

Discrasia Io-somato-autopoietica

Indica lo stato di alterazione, d’inquietudine, di turbamento, di disagio, di scontentezza, di difficoltà che deriva dalla condizione di inconsapevolezza, di sentimento d’incompletezza che l’Io-psyché sente, rispetto alle aree ancora non vissute di se stesso, con particolare riferimento a quelle non localistiche, transfinite. Tale stato patologico, discrasico, può essere somatizzato a diversi livelli, fino a divenare terminale, nei casi più gravi. Dal greco dyskrasia, composto da dys, male, e krasys, mescolanza, fusione, quindi, cattiva mescolanza

Empatonia autopoietica

Empatia è la proiezione di uno stato coscienziale su una parte dell’Universi, su cui ci si immedesima, ci si identifica, si entra in fusionalità, tanto da sentire da dentro gli stati di coscienza della parte. Il tono è la condizione di tensione, di tensegrità, in cui si trova l’Io-somato-autopoietico. Il tono autopoietico determina benessere, freschezza, elasticità. Empatonia è il ∑igma, sommatoria più proprietà emergente, tra empatia e tono che assume valore autopoietico, quando la si vive, percependone i principi attivi che la formano.

Entanglement Coscienziale Autopoietico (E.C.A.)

È un fenomeno quantistico, per cui ogni stato quantico di un insieme di due o più sistemi fisici dipende dagli stati di ciascuno dei sistemi che compongono l’insieme, anche se questi sono separati spazialmente. Il termine viene a volte reso in italiano con non-separabilità, in quanto uno stato entangled implica la presenza di correlazioni tra le quantità fisiche, osservabili dei sistemi coinvolti.

Epistemologia Sigmasofica

Nell’ambito della teoresi Sigmasofica, si tratta dello studio critico dei principi attivi autopoietici e acquisiti, riguardanti la natura, le condizioni di validità della teoria, scaturente dal vissuto diretto. Dal greco episteme che significa conoscenza scientificalogia che significa discorso su, scienza.

Facoltà autopoietiche o facoltà ∑igma

Sono le capacità acquisite e innate disponibili, fruibili dall’Io-psyché, attraverso cui questi può produrre qualunque stato coscienziale sensibile e sovrasensibile, locale e non locale. Nelle facoltà autopoietiche, troviamo i principi attivi. Nell’archetipo funzione Ypsi, è possibile individuare peculiari potenziamenti e ipersensibilità dell’Io-psyché, che ho denominato facoltà autopoietiche dell’archetipo funzione Ypsi. Il loro scopo è mettere a diposizione dei ricercatori in formazione potenzialità che possano essere utilizzate e applicate nella Concentrazione autopoietica e nell’esplorazione del campo coscienziale olistico-autopoietico. Per comodità d’esposizione, le ipersensibilità emergenti dalla pratica possono essere individuate in: la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto, il gusto autopoietici, il corpo, la sessualità, le sinestesie autopoietiche, la pittura e la scrittura autopoietiche, la xenoglossia, la mummificazione e l’insensibilità autopoietica, Autopoiesi non locale, Autocoscienza Autopoietica del Punto Morte (A.O.P.M.), Endoscopia Io-somato-autopoietica.

Fusionale, fusionalità autopoietica

È il passaggio, da parte dell’Io-psyché, dallo stato di identificazione in se stesso allo stato di reintegrazione, di non separabilità fusionale autopoietica con ciò che denomina l’esterno rispetto a sé. È l’unione dell’Io-psyché con il cosiddetto Tu, del soggetto con l’oggetto, degli opposti-complementari in un tutto unico, indifferenziato. Fusionale è lo stato di tensegrità Io-somato-autopoietica, in cui opera l’Universi-parte. È la remissione spontanea del concetto di finitezza, per far posto a quello di transfinitezza. Se l’Io-psyché vive consapevolmente i principi attivi autopoietici, transfiniti che lo formano, diverrà consapevole dello stato di fusionalità autopoietica, in cui opera.

Inconscio acquisito-collettivo

Nell’inconscio acquisito-collettivo, troviamo i processi funzionali sensibili, creati dall’inconscio autopoietico. Si tratta di archetipi sensibili, acquisiti, denominati genericamente alfa. I fondamentali sono cinque: l’archetipo campo istintivo-emozionale e aggredior, l’archetipo barriera sensibile e sovrasensibile, l’archetipo Io-psyché, l’archetipo funzione Ypsi, l’archetipo acquisito spazio-tempo. Inoltre, troviamo somme, integrazioni di esperienze, vissute dai diversi Io-psyché, che hanno assunto intensità significative, sul piano istintivo-emozionale e contenutistico- Queste costellazioni assumono vari aspetti e diverse forme. Sono dinamiche archetipiche acquisite, vive sempre e dovunque. Le ritroviamo in ogni coscienza, esattamente come il campo coscienziale olistico-autopoietico, a cui sono collegate. Nelle profondità dell’inconscio acquisito, degli archetipi alfa, possono percepirsi immagini primigenie che li rappresentano. Ad esempio, le prime percezioni del mondo, di se stessi, che sono state realizzate dai primi corpi fisici formati, sono percezioni comuni, collettive, che troviamo registrate.

Inconscio acquisito individuale

L’inconscio acquisito individuale è formato da tutti gli stati coscienziali, da tutte le esperienze memorizzate e dai processi funzionali che si sono formati, dal momento del concepimento in poi, dal tempo della formazione della cellula, di cui l’Io-psyché non è consapevole. L’inconscio acquisito si trova in stretta connessione, non separato dall’inconscio acquisito collettivo e autopoietico. Tra i contenuti dell’inconscio acquisito, oltre a quelli individuali, legati alla propria storia, ne esistono altri che hanno caratteristiche specifiche. Gli archetipi alfa dell’inconscio acquisito collettivo e individuale sono processi dinamici, stati coscienziali, contenuti nel funzionamento dell’Io-psyché dell’essere umano e riscontrabili nel funzionamento di ognuno. Nell’inconscio acquisito, troviamo tutti i significati-significanti, applicati agli archetipi alfa: le esperienze acquisite.

Inconscio olistico-autopoietico

La Sigmasofia suddivide il movimento unico, che è l’inconscio, in due parti fondamentali, inconscio innato (autopoietico) e inconscio acquisito che, a sua volta, si suddivide in collettivo e individuale. I principi attivi autopoietici archetipici che hanno saputo edificare noi e la manifestazione sensibile, sovrasensibile, locale e non locale, di cui siamo parte integrante, coincidono con il campo coscienziale che all’Io-psyché risulta essere inconscio, in quanto non lo ricorda, non ne è consapevole.

Il campo coscienziale olistico-autopoietico-Io-psyché include quattro componenti fondamentali: morfica, atomica e coscienziale acquisita (Io-psyché)

  • La componente Morfica indica l’auto-modulazione del campo (stesso) in morfo-genetico autopoietico.
  • La componente Atomico indica l’auto-modulazione del campo (stesso) in elettrodebole, elettromagnetico, gravitazionale, atomico-nucleare, autopoietici.
  • La componente Coscienziale indica l’auto-modulazione del campo (stesso) in Io-psyché.

Insight intuitivo

Il termine intuire deriva dal latino intueri: in significa in, dentro, e tueri, tuitus significa guardare, quindi guardare dentro. L’ente che ha la facoltà di poter guardare dentro è l’Io-psyché. Per farlo, utilizza le proprie facoltà. In generale, l’intuito potrebbe essere definito come l’azione Io-somato-autopoietica necessaria a percepire l’essenza di processi dell’inconscio innato (ecologico, autopoietico) e acquisito (collettivo e personale), in particolare i contenuti definiti come memoria, di cui non si è consapevoli, consci. Si tratta, quindi, dell’Io-psyché che percepisce direttamente ed inequivocabilmente un contenuto del proprio inconscio acquisito e innato, componente della fisiologia archetipica che lo forma e delle sue interconnessioni con il tutto è atomicamente e coscienzialmente legato. Una percezione di questo tipo avviene in uno stato di fusionalità con l’ente partecipato-osservato, senza la mediazione dei riferimenti logico-razionali, intellettuali. In particolare, l’intuito si riconosce a causa della presenza di uno stato coscienziale non identificato nello spazio-tempo convenzionale, ma attivo nel continuo presente, nel tempo autopoietico, in cui è possibile rilevare processi collocati nel cosiddetto passato e futuro.

Io-psyché

IL campo coscienziale olistico-autopoietico è un processo transfinito, non locale, che include ed evidenzia elementi ancora inconsci di sé, sia nella sua manifestazione innata sia in quella acquisita. Rappresenta una funzione unica, inseparabile, continua, che può assumere la forma di campo coscienziale olistico-autopoietico che crea e s’identifica in specifiche e localistiche morfologie acquisite. L’Io-psyché è costituito da specifici processi funzionali, quali la percezione e i sensi, il processo del pensare, del concettualizzare, dell’immaginare, del sentire, del volere, le facoltà olistico-autopoietiche (…) che gli permettono di conoscere le parti che lo compongono e quelle che sembrano essere esterne, determinando, così, i significati-significanti: pensare, volere, sentire, concettualizzare qualche cosa di specifico, denominandolo.

Kairos

Deriva dal greco e significa momento giusto, momento opportuno. In Sigmasofia lo spazio-tempo si riferisce a un tempo sequenziale di solito interpretato con direzione passato-presente-futuro. In tale sequenza acquisita si può individuare il kairos come uno spazio-tempo indeterminato nel quale qualcosa di speciale, di giusto si evidenzia, (non rispetto ad una sbagliato) accade. Lo spazio-tempo quantitativo al momento del kairos si evidenzia come spazio-tempo qualitativo. In questo senso è spazio-tempo e simultaneamente azione che dovrà essere non in anticipo non in ritardo.

Dove chronos è il concetto di tempo, che tutti individuiamo e normalmente viviamo come convenzione logica e sequenziale, il kairos è riconoscibile dentro chronos ed è il momento in cui l’Io-psyché crea qualche cosa di speciale, di significativo, crea consapevolezza olistico-autopoietica. Il ricercatore, che sperimenta la creazione della propria presa di consapevolezza dall’esperienza che assume di vivere, rende speciale l’azione, riconosce il kairos autopoietico. Chronos  è quantitativo-qualitativo, kairos, invece, è autopoietico, consapevolmente autocreante.

LInguaggio autopoietico Sigmasofico

È la reintegrazione, in un unico processo, in un’unica espressione, di tutti i tipi di linguaggio disponibili: quello dell’Io-psychè, del somatico e dell’autopoietico.

Maieutica Sigmasofica, Maieuta o Agathoi iatroi

La Maieutica Sigmasofica è il lavoro che svolge il Maieuta. Il Maieuta, dal greco maieutikè, che significa technè, arte ostetricia, in forma generica, può essere definito come i ricercatore in Sigmasofia che sviluppa la formazione pratico-teorica, vissuta, a se stesso, in grado di generare l’orientamento pedagogico-psicagogico, l’arte e la technè dell’ostetricia autopoietica Sigmasofica, volta ad estrapolare i principi attivi autopoietici e acquisiti, già per intero operanti alla radice dell’Io-psyché. Inoltre, si forma ad essere tecnicamente in grado, nel contesto Sigmasofico e nella vita, di sostenere, di assumere, di orientare, di vivere Io-somato-autopoieticamente e in modo adeguato, ogni tipo e forma di relazione con un ricercatore in formazione che manifesti qualunque tema intellettuale, istintivo-emozionale o autopoietico, per lui significativo. Il Maieuta è la figura professionale, artistica e d’avanguardia che, attraverso le proprie conoscenze e competenze vissute, è in grado di favorire orientamenti e soluzioni a qualunque situazione Io-somato-autopoietica, cosiddetta sana o cosiddetta patologica, ad un singolo ricercatore o gruppi di ricercatori o a se stesso: l’Universi-parte. La figura professionale del Maieuta in Sigmasofia risponde alle esigenze di tutti quei ricercatori che vogliono trasmettere i principi attivi autopoietici di base, sostanzialmente Io-somatici della Sigmasophy Theory of Everythibg- Il Maieuta Sigmasofico o Agathoi iatroi autopoietico, è l’essere amante dei significati-significanti dell’ontos-sophos-logos-olos-Kraino vissuti e riconosciuti ( attraverso technè autocreate), all’essenza della vita-autopoiesi, del campo coscienziale olistico-autopoietico dell’Universi-parte, se stessi.

Metabisogno autopoietico

Con il termine meta (dal greco meta che significa con, tra, dopo), intendiamo molteplici cose. Si indica il mutamento, la modificazione, quando il bisogno muta lo stato Io-somato-autopoietico, per soddisfarsi e per conoscersi; la trasposizione si attua, quando il bisogno ci porta oltre se stesso, sempre per la stessa finalità; il trasferimento è quando l’Io-psyché trasferisce su altri il bisogno che produce, sempre per auto-soddisfarsi e per conoscersi. Si indica, inoltre, il superamento di limiti somatici, se questo viene partecipato-osservato dai principi attivi autopoietici che lo formano. Il metabisogno è inteso come fisiologia che crea e muove: non significa disporre di qualche cosa, necessaria a tenere acceso, in vita, il corpo fisico, parte integrante dell’Universi-parte, in cui l’Io-psyché localmente si riconosce ed è veicolato.

M.O.D. -I-

Manuale degli Ostacolatore e delle Discrasie, noto anche con la sigla M.O.D. -I-. È il sistema nosografico per gli ostacolatori e le discrasie Io-somato-autopoietiche, utilizzato dai Maieuti e dai Docenti di Sigmasofia, sia nella Maieutica che nella ricerca.

Momento analitico autopoietico

È una forma di Io-terapia, di Io-analisi, di conoscenza, volta soprattutto ad interpretare (momentaneamente) i processi inconsci, acquisiti ed innati. Si realizza, attraverso l’utilizzo delle libere associazioni Io-somato-autopoietiche, inevitabilmente prodotte dai ricercatori in formazione, durante gli stages. Inoltre, si Io-analizza il rapporto di traslazione Io-somato-autopoietico che s’instaura con il Maieuta. Si utilizza uno speciale procedimento, attraverso cui, dallo stato di autoconsapevolezza autopoietica del Maieuta, si attua la scomposizione e si esamina lo stato Io-somato-autopoietico vissuto, nei suoi elementi costitutivi e nei rapporti che tra questi si determinano, a cui segue sempre l’orientamento del ricercatore verso lo stato autopoietico.

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