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LA DIMENSIONE SIMBOLICO-REALE

l’originale di ogni simbolo-segno,
di ogni oggetto, di ogni parte-Universi risulta essere sempre
l’Io-psyché che lo investe di significati-significanti.

Realtà

In Sigmasofia, la riconosciamo come,

  • tutto ciò che esiste nell’Universi-parte transfinito,
  • ogni parte-Universi sensibile e sovrasensibile, conscia e inconscia, localistica e non locale.

Non è in contrasto con l’apparente, in quanto anche il concetto di apparenza è, come ente psichico, esistente, allo stesso modo per il concetto di illusione, piuttosto che per il concetto di immaginario e così via: sono tutte parti-Universi,

semplicemente esistenti.

Ed ancora.

La realtà non può essere contrapposta al sogno, in quanto anch’esso esiste come ente Io-somatico, ne è parte.

Gli studi e le ricerche pratico-teorici Sigmasofici hanno verificato il seguente assioma:

non si riscontrano, in nessun caso,

realtà esistenti

al di fuori dell’Io-psyché

che le percepisce e le consapevolizza,

si tratta del cifrario (assioma di riferimento) che la Sigmasofia applica ad ogni disciplina esistente, scientifica, filosofica, religioso-spirituale (…).

Simbolo

La parola simbolo deriva dal greco symbolon che significa segno, per questo motivo in Sigmasofia lo denomino simbolo-segno in quanto etimologicamente significano la stessa cosa, sono lo stesso processo.

In sintesi, il

simbolo-segno

è l’Io-psyché che applica, che investe propri significati

sulla realtà esistente,

è ciò che diviene

il significante dei significati espressi.

Attraverso il simbolo-segno, l’Io-psyché evidenzia a se stesso e ad altri il concetto che vuole affermare.

Qui, c’è da specificare che il

simbolo-segno

è sempre

qualche cosa”

(l’ente investito scelto)

che sta al posto di

qualcos’altro”.

(il concetto, il significato che si vuole evidenziare)

“Qualche cosa”

presenta, sempre, delle analogie con

“qualcos’altro”

(con il concetto che rappresenta).

Spiego con un esempio:

Per la convenzione, creata dall’Io-psyché,

il cartello stradale

(simbolo-segno

 “qualcosa“)

con un quarto di cerchio verso destra

sta al posto di una curva pericolosa a destra

(ciò che si vuole rappresentare

 “qualcos’altro”),

che troveremo più avanti.

In alcune tradizioni,

il cerchio

(ad esempio, la linea dell’orizzonte)

è stato interpretato come

l’espansione del punto

(la posizione dell’Io-psychè che partecipa-osserva

la linea dell’orizzonte).

Ad un elefante “qualcosa” taluni hanno attribuito il significato simbolico di pesantezza “qualcos’altro” (…).

“Qualcos’altro”,

ossia, ciò che si vuole indicare attraverso l’investimento simbolico,

ha sempre un’analogia, un nesso

 con

“qualche cosa”,

ossia, con ciò che lo indica, con l’oggetto investito (il simbolo-segno).

Senz’analogia, senza nesso,

non potrebbe esserci collegamento:

il simbolo-segno, non esisterebbe.

C’è l’originale

e ciò che lo simboleggia,

il simbolo-segno,

la parte-Universi

investiti di significati-significanti, di vissuti.

Il simbolo-segno, l’oggetto, la parte-Universi, una volta investiti, assumono, sempre, per l’Io-psyché che li crea il

significato-significante

 che evoca l’originale.

Negli esempi citati, se non ci fosse un quarto di cerchio a destra, non ci sarebbe l’analogia, il nesso con la curva pericolosa. Se l’elefante non avesse quelle dimensioni, non ci sarebbe l’analogia, il nesso con la pesantezza (…).

Attraverso l’investimento di significati-significanti, ogni simbolo-segno, oggetto, parte-Universi può diventare il simbolo-segno di “qualche cosa”, dell’originale.

Quando camminiamo per strada e partecipiamo-osserviamo l’alba densa di colori, possiamo investire e proiettare su di essa il nostro stato coscienziale, ci piace, ci sorprende, ci rilassa (…). Quindi, tra il nostro investimento e l’alba, abbiamo creato un’analogia. In questo caso, l’alba diviene simbolo-segno, l’oggetto, la parte dell’Universi dell’investimento, della proiezione dell’Io-psyché.

L’analogia

può essere stabilita soltanto dall’Io-psyché:

è, infatti, attraverso esso che possiamo crearla. È per questo motivo che, durante le sedute psicosomatiche (in palestra, ma anche nella vita!) affermiamo che

l’alba, seguendo l’esempio,

è il simbolo-segno, dell’investimento dell’Io-psyché.

Non possiamo dire che l’investimento dell’Io-psyché è il simbolo-segno dell’alba, perché l’alba in sé (pur facendo parte dell’Universi-parte, del Tutto, dell’Olos) non può elaborare l’analogia, il nesso e investirli:

lo può fare il soltanto Io-psyché.

Quindi, l’alba diviene il simbolo-segno, del ci piace, ci sorprende, ci rilassa, di cui prima. Se un altro Io-psyché avesse investito la stessa alba con, mi disgusta, mi fa schifo e mi fa dispiacere, quell’alba sarebbe diventata il simbolo-segno del disgusto, dello schifo e del dispiacere.

Ogni simbolo-segno diviene, inevitabilmente,

analogia, nesso, che l’Io-psyché può fare.

Da qui, la prima legge della

dimensione simbolico-reale

(funzionale a comprendere la Coscienza e la Conoscenza olistico-autopoietici verso cui tendiamo):

l’originale di ogni simbolo-segno,

di ogni oggetto, di ogni parte-Universi risulta essere, sempre,

l’Io-psyché che lo investe di significati-significanti.

La decodifica del simbolo-segno è sempre la partecipazione-osservazione, l’elaborazione, il vissuto dell’Io-psyché che crea, l’analogia, il nesso, l’investimento simbolico-reale:

l’originale di ogni simbolo-segno

 è sempre un contenuto investito dell’Io-psyché.

Di conseguenza, decodificare un simbolo-segno, significa, sempre, partecipare-osservare, vivere, riconoscere, risalire, trascendere l’eziologia dell’investimento di significati-significanti creati dall’Io-psyché e raggiunta questa consapevolezza, per esigenze di completezza, tendere verso il riconoscimento dell’eziologia fisiologica innata dell’Io-psyché stesso.

La decodificazione del simbolo-segno

(ad esempio, gli oggetti, le parti in cui, convenzionalmente,

possiamo suddividere l’Universi)

è un’arte molto complessa

e richiede una grande esperienza e capacità, perché prevede

la partecipazione-osservazione, il vissuto esteso olistico-autopoietico, la Risalita, la transmutazione (…), dell’Io-psyché del ricercatore che ha creato

l’investimento simbolico-reale.

Per questo, tali decodifiche si svolgono esplorando e tenendo presente

l’intera storia di vita, l’intera formazione, l’intera cultura e (…) dell’Io-psyché creante l’investimento e, più si procede in tale esplorazione vissuta, più la decodificazione, la comprensione, può essere accurata, approfondita, in un’escalation senza fine.

L’organizzazione dell’Io-psyché, che produce l’investimento simbolico-reale, è complessa e, ovviamente, varia da essere umano a essere umano, perché la storia acquisita di vita di ognuno è differente da quella di ogni altro,

anche per questo motivo,

la Sigmasofia non segue

e suggerisce di

non seguire

decodificazioni precostituite del simbolo-segno.

Ci sono alcuni ricercatori che, durante le Autopoiesi Io-somatiche (sedute psicosomatiche), sembrano essere perfettamente consapevoli dell’investimento simbolico-reale che stanno agendo; altri non se ne rendono proprio conto!

Nell’esempio di prima, è possibile che la coscienza dica, l’alba, per me, è rilassamento: affermandolo, dimostra di essere perfettamente consapevole dell’investimento simbolico-reale che sta agendo.

Un altro ricercatore potrebbe avere, nel proprio inconscio, la registrazione di un momento di rilassamento vissuto durante un’alba, non ricordarlo e, in quel momento, a causa di altre dinamiche, potrebbe aver bisogno di rilassarsi. Ebbene, incontrando l’alba, i colori, il fresco (…), potrebbe crearsi una risonanza e quindi sentire un’attrazione, non meglio identificata. In questo caso, sentendo tale attrazione, tale bisogno-desiderio non chiaro, l’Io-psyché può decidere, più o meno consapevolmente, d’investire verso quell’alba facendola diventare

sostituzione simbolico-reale del bisogno-desiderio di rilassamento.

È soltanto un semplice esempio: ognuno utilizzerà i propri.

L’analogia è uno dei processi di funzionamento che attua l’Io-psyché:

Un (o più) suo contenuto

viene investito su un altro (o altri),

 interiori o cosiddetti esterni,

 e, in alcuni casi, si identifica-fissa, in esso (essi).

Durante le sedute Io-somatiche (Autopoiesi Io-somatiche), mi baso sulle analogie (e, ovviamente, molto altro) che si evidenziano in conseguenza dei vissuti, spontaneamente giocati, dei propri istinti, delle proprie emozioni, dei propri ostacolatori, della propria razionalità (…), sia sul piano Io-somatico che su quello autopoietico (energetico).

L’analogia che svela l’organizzazione Io-somatica, i significati-significanti, di cui prima non si era consapevoli,

rappresenta soltanto un

momento formativo.

Far

partecipare-osservare, vivere, dinamizzare, risalire (ascesi), transmutare l’eziologia dell’investimento simbolico-reale del simbolo-segno (…),

inizia ad avvicinare il ricercatore alla

percezione dell’inconscio acquisito

(personale e collettivo)

e successivamente di quello

autopoietico (energetico).

Ogni decodificazione delle sedute Io-somatiche, della dimensione simbolico-reale, risente inevitabilmente

dello stato di consapevolezza dell’Io-psyché che la attua

(che, essendo in formazione, è in continua auto-implementazione).

Per questo motivo, uno degli orientamenti prevalenti

è quello di non decodificare (troppo),

tranne in alcuni momenti analitici

riconosciuti

(in base a specifici criteri)

come fondamentali, per quell’Io-psyché!

Si tratta semplicemente di

partecipare-osservare, di meditare-concentrarsi sulle analogie, sugli investimenti simbolico-reali agiti e, dopo averli vissuti a fondo,

 andare oltre.

Quest’operazione ci permette di conoscere l’eventuale proiezione, di non complicarla ulteriormente con le diverse analisi e interpretazioni, di parteciparla-osservarla e di riconoscerla per quello che è. Da lì, quindi, s’inizia la Concentrazione-transmutazione autopoietica (autocreata) più approfondita, fino a tentare di

Raggiungere la percezione-visualizzazione interiore

delle funzionalità fisiologiche sensibili e sovrasensibili

che permettono, tecnicamente, di creare l’investimento simbolico-reale stesso:

la conoscenza vissuta dell’Io-somatico

che si apre alla percezione dell’olistico-autopoietico (dell’energetico).

In ogni caso, quando, durante i momenti analitici, si elabora la decodificazione,

è necessario e di fondamentale importanza,

non ridurla ad un’interpretazione precostituita,

senza vita, senza insight intuitivo-sincronico, senza dinamismo (…).

Ogni momento dell’esistenza è una situazione Io-somatica (ed energetica), tutto può essere un oggetto, una parte, investita di significati-significanti, da comprendere e da risalire.

Tutte le attività operative, proposte nella prima fase (Io-somatica) della International Sigmasophy University, sono finalizzate alla

pragmatica della

disidentificazione dai molteplici dover fare o dover essere (…)

che si trovano nel conscio e nell’inconscio acquisito.

Giocando liberamente ogni singolo stato Io-somatico, nessuno escluso, possiamo utilizzare trans-finite possibilità d’investimento simbolico-reale che, messe in relazione Io-somato-autopoietica (energetica) con quelle degli altri, offrono altrettante possibilità di vissuti. Il gioco e il movimento liberi, spontanei, realizzati a mediazione somatica non utilizzando il linguaggio verbale, soprattutto quelli agiti a contatto con la natura, possono lasciar fluire tutti i contenuti e significati-significanti Io-somatici. Ciò permette di incontrare gli ostacolatori (le difese, resistenze ecc.) e di transmutarli, dopo averli vissuti.

Lasciarsi andare al vissuto integrale di qualunque stato Io-somatico (nulla escluso) permette di entrare in relazione con investimenti simbolico-reali, con traslazioni, con esperienze dirette e quindi auto-conoscersi durante l’azione. Per questo motivo, durante le sedute Io-somatiche (Autopoiesi Io-somatiche), vige l’indicazione ufficiale di

non utilizzare il linguaggio verbale,

intellettuale, strutturato.

La pratica delle Autopoiesi olosgrafiche (meditazioni dinamiche) e della Concentrazione-transmutazione autopoietica (peculiare tipologia di concentrazione che si svolge in uno stato di profondo rilassamento), integrata ai vissuti Io-somatici completerà

l’arte della partecipazione-osservazione,

delle analogie, dei nessi, degli investimenti simbolico-reali.

Durante le Autopoiesi Io-somatiche (sedute psicosomatiche), si partecipa-osserva che il momento in cui i ricercatori pongono in remissione le difese razionali, sovrastrutturali, corrisponde, quasi sempre, ad un aumento dell’intensità istintivo-emozionale e di significati in circolo che caricherà i gesti, gli atti (…): stato di fatto che implementerà la penetrazione e il riconoscimento della

dimensione simbolico-reale.


Fine presentazione (prima parte)

segue

Commenti

3 risposte a “LA DIMENSIONE SIMBOLICO-REALE

  1. Avatar Enregistrement

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