Nello Mangiameli, di schiena, subito dopo la pratica di una autopoiesi olosgrafica non locale, realizzata in una grotta etrusca completamente buia (Tempio Tanzinas), durante la quale tutti i ricercatori presenti hanno potuto percepire il fenomeno, casualmente, fotografato.
IMPORTANTE
Il punto di forza della Sigmasofia è quello di conoscere centinaia di tecno-ontos-sophos-logie in grado di potenziare l’Io-psyché, rendendolo così in grado di raggiungere anche la percezione delle morfologie biosluminescenti autopoietiche.
Questo mette al riparo i ricercatori dalle critiche alle foto fatte da persone che attribuiscono la causa delle morfologie a umidità, macchie sull’obiettivo, radon, fulmini globulari, macchie durante lo sviluppo della pellicola, difetti della tecnologia digitale, la non messa a fuoco, tempi d’esposizione errati, e tante altre.
Ma il punto non è rigorosamente questo, le foto sono veramente poco rilevanti rispetto al fatto che tali percezioni, unitamente a molte altre, sono raggiunte e vissute direttamente e inequivocabilmente dai ricercatori iscritti alla International Sigmasophy University.
Tali vissuti non sono riflessi, accidentali, ma sono la conseguenza di un duro e continuo lavoro auto-formativo, e non sono un obbiettivo della Sigmasofia ma fanno parte di momenti di consapevolezza, di passaggio.
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Durante la pratica formativa proposta dalla Sigmasofia, in particolare durante le escursioni olistico-autopoietiche (includono il torrentismo e la speleologia coscienziali), si è manifestato, con continuità, un peculiare fenomeno, che denomino
morfologie bios-luminescenti autopoietiche
o
bios-luminescenze
Queste sono percepite dai ricercatori in formazione dopo la pratica di Autopoiesi olosgrafiche e dopo aver raggiunto un buon livello di rilassamento (produzione di onde cerebrali theta-delta-∑igma). Ciò avviene, con continuità, quando tale pratica viene svolta all’interno di grotte completamente buie, in particolare tufacee, (come le necropoli etrusche dell’alto Lazio), ma anche, seppur in maniera minima, all’interno di forre, durante il torrentismo coscienziale o all’aria aperta di giorno (meno frequenti).
Queste morfologie, spesso sferiche, possono essere percepite di diversa grandezza e intensità, da sole o in gruppo, anche a decine e, in alcuni casi, mostrano forme di intelligenza. Se, dallo stato di rilassamento theta-delta-∑igma, si attuano dei movimenti di danza autopoietica, le morfologie bios-luminescenti autopoietiche, in alcuni casi, si muovono sincronicamente alla danza realizzata, ad esempio, se il braccio-mano va verso destra, la sfera va nella stessa direzione, se torna indietro, fa la stessa cosa ma, se si perde lo stato di rilassamento autopoietico e si producono emozioni, distrazioni, ecco che la percezione non le individua più.
In alcuni casi i ricercatori sono riusciti a fotografarle con delle macchine fotografiche digitali, a volte per caso, a volte in coincidenza della percezione diretta. Non si tratta di anomalie ottiche ma di processi che vivono in un range oltre la portata sensoriale della vista, per questo è necessario il potenziamento dell’Io-psyché, attraverso la pratica delle Autopoiesi olosgrafiche, fino a riuscire a intravedere l’infrarosso, l’ultravioletto e oltre. Tale raggiungimento coinvolge pienamente tutto l’Io-soma-autopoiesi e particolare rilevanza assume lo stato di autoconsapevolezza del momento.
Il fatto che le morfologie bios-luminescenti si possano percepire direttamente, attraverso la visione olistico-autopoietica, ci ha consentito di eliminare l’ipotesi di anomalie nel funzionamento delle macchine fotografiche, ove questo ci fosse, non annullerebbe il fenomeno partecipato-osservato.
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Le macchine digitali riescono a fotografare soltanto le morfologie più intense, ossia quelle che, per le proprie caratteristiche, riescono, per così dire, a rientrare nel range della macchina fotografica. Ho partecipato-osservato, da persona non esperta in questo campo, che quelle digitali sembrano essere più potenti rispetto a quelle a pellicola, che riescono a fotografarle soltanto in rarissimi casi. Comunque, anche se disponiamo di foto (qui ne abbiamo pubblicate alcune soltanto per far capire al ricercatore la tipologia di questa facoltà autopoietica), infatti, a noi interessa, solo ed esclusivamente, la percezione diretta delle morfologie bios-luminescenti autopoietiche, perché segna un momento auto-formativo di passaggio, non particolarmente significativo, ma indicatore che il ricercatore sta veramente ampliando il proprio range sensoriale di funzionamento.
Molti ricercatori, da tempo mi chiedono che cosa in realtà siano queste morfologie bios-luminescenti e di descriverne la natura e il significato-significante.
Il materiale di studi qui presentato è il risultato di parecchi anni di ricerca che non si prefiggeva minimamente la scoperta delle morfologie bios-luminescenti, ma che, durante il lavoro formativo, unitamente ad altri stati di consapevolezza, siamo riusciti a percepire, nella quasi totalità dei casi, specificamente nel più del 90% dei ricercatori coinvolti.
Alcuni esempi di sfere bios-luminescenti autopoietiche
Il ricercatore Francesco Di Mario
Tomba Tanzinas
Tali morfologie possono essere percepite in diverse forme e misure. All’essenza, non hanno colore, ma è l’Io-psyché di chi le percepisce che, pur essendosi potenziato, tende a ricondurre la percezione al range sensoriale. Quando è stato possibile individuare colori, ne abbiamo percepite di rosse, gialle, blu, rosa, verdi (…), sempre sferiche, ma presentanti all’interno morfologie geometriche e frattali di diversa entità e profondità.
Alessandro Ferrara durante uno spettacolo, all’esterno, di ∑igma-Art
Cosa molto interessante è che, se l’Io-psyché del ricercatore prosegue con il rilassamento e lo potenzia fino al vissuto dello stato E.C.A. (Entanglement Coscienziale Autopoietico), un peculiare stato di autoconsapevolezza, esattamente come l’Io-psyché che le percepisce, le morfologie bios-luminescenti si espandono e assumono estensione geometrica, frattale, spiraliforme, antropomorfa, più che tridimensionale. A volte, hanno assunto una peculiare forma a velo, a tenda, molto estesa, di color bianco-latte, trasparente. In alcuni casi, le abbiamo percepite bianche e, all’interno, di un rosso fuoco. Quelle a vortice continuo possono essere molto suggestive, ma non tutte le morfologie che qui sto descrivendo è stato possibile immortalare con la nostra macchina fotografica digitale per principianti. Ripeto, a noi interessa l’esperienza diretta, che non coincide con il fotografarle, ma con il parteciparle consapevolmente.
Durante la pratica di Autopoiesi olosgrafiche non locali, distesi al terreno, è stato possibile percepirle un numero di volte impressionante, capite letteralmente, senza eccedere,
si trattava di migliaia e migliaia di morfologie sferiche bios-luminescenti autopoietiche presenti simultaneamente e, approfondendo la loro percezione, siamo stati in grado di percepirle come danzanti, fluttuanti continuamente dalla forma, puntiforme, a quella sferica, a forme estese.
L’esperienza è sempre stimolante, perché è possibile realizzarla in stati di rilassamento meditativo anche molto intenso, e vengono quindi sempre abbinate a peculiari momenti di benessere Io-somatico, di sospensione. Questi fenomeni fanno parte delle famose (all’interno della Sigmasofia) atmosfere olistico-autopoietiche, che le Autopoiesi olosgrafiche consentono di raggiungere.
Alcune sfere viaggiano, ossia si muovono danzanti e lasciano la scia meno densa rispetto al corpo centrale.
Molti ricercatori sono affascinati da tale fenomeno, da tale stato di autoconsapevolezza. Noi non trattiamo tale autoconsapevolezza dal punto di vista parapsicologico, lo consideriamo di ordinaria manifestazione, appunto perché continuamente presente da trent’anni a questa parte e non ho motivo per ritenere che prima non esistesse. Ogni Io-psyché può percepire tali morfologie bios-luminescenti autopoietiche se ha interesse a farlo, basta formarsi e avere un minimo di pazienza. Pur avendo realizzato decine di migliaia di vissuti di tali morfologie, soltanto in una ventina di casi qualcuno è riuscito a fotografarle. Spesso, do l’indicazione di non portare strumenti fotografici o similari durante la pratica della Sigmasofia ecologica, anche se talvolta qualcuno trasgredisce. Alcune foto, di cui sopra, sono state fatte a caso, ossia dopo aver pulito-asciugato accuratamente l’obiettivo della camera e senza guardare, ma semplicemente scattando a caso.

corpo bios-luminescente di Nello Mangiameli durante una delocalizzazione
Conosco dei luoghi peculiari in cui è possibile percepire tal processo con più facilità, dipende sempre dalla capacità meditativa del ricercatore ma, in questi posti, qualche fattore peculiare accade, in quanto tutti sembrano essere facilitati in tale percezione.
Un viaggio nelle morfologie bioluminescenti autopoietiche
Ogni volta che mi reco in un posto etrusco per un’escursione, archeo-torrentismo o speleologia coscienziale autopoietici, applico il mio codice di chiamata di tale stato olistico-autopoietico di coscienza, praticando mentalmente le Autopoiesi olosgrafiche, predisponendomi quindi in un modo che mi possa consentire di percepire le morfologie bios-luminescenti autopoietiche e, ovviamente, altro.
L’aver attuato tale modalità ad ogni uscita di Sigmasofia ecologica, mi fece prendere coscienza che l’intensità della motivazione è un fattore formativo importante e, per conferma, lo è anche per realizzare tale percezione. Se pratichiamo potenti, integrali, senza distrazioni, anche la percezione emessa può assumere le stesse caratteristiche e tutto può concentrarsi maggiormente, quindi anche la percezione di tali morfologie. Questo è uno degli ingredienti. Infatti, nei periodi in cui mi recavo giorno e notte, in quelle forre dell’alto Lazio, notavo un fortissimo incremento di tale capacità percettiva. La pratica continua mi faceva ottenere risultati notevolissimi. Infatti, è proprio la continuità della pratica che innesca il fenomeno, con morfologie sorprendenti, che suscitano stupore, invece, se svolta saltuariamente, si ottengono risultati momentanei, transitori; comunque, a scanso di equivoci, li si ottengono pressoché nel 90% dei casi.
Attraverso il Tutto è atomicamente e coscienzialmente legato che siamo, si evidenzia la non scissione dalle morfologie che stiamo percependo. In questo senso, è interessante partecipare-osservare come, potenziando il rilassamento-meditazione, e quindi la percezione, sia possibile aumentare la consapevolezza dello stato fusionale in atto con le morfologie stesse. Funziona proprio così: essendone parte, non scissa, osservatore-partecipatore-morfologia osservata, accade che è il nostro stesso auto-potenziamento che coincide con il potenziamento e l’estensione della morfologia. Se noi siamo nella non località, anche la sfera simultaneamente assume le stesse caratteristiche. In realtà, chi genera tutto è il campo coscienziale olistico-autopoietico stesso, di cui la morfologia bios-luminescente è parte. Intuire, vivere questo è molto importante per comprendere il processo morfologie bios-luminescenti. Quella morfologia è così come la percepiamo perché in quel modo, per così dire, la partecipiamo, la creiamo.
Come accennavo prima, la vista e l’udito (così come tutti i sensi) operano normalmente all’interno di un range limitato dello spettro elettromagnetico ma, in un Universi-parte, atomicamente e coscienzialmente legato, partecipare-osservare che alcuni animali hanno un range percettivo più ampio, ci suggerisce per forza l’idea che il campo coscienziale può potenzialmente percepire oltre il range sensoriale. In questo senso, gran parte delle cose esistenti risiedono oltre tale range sensoriale, basti pensare a tutte le radiazioni conosciute. L’essere umano riconosce dai 300 ai 780 nanometri, è la luce visibile, ossia la gamma dei colori dell’arcobaleno. Le sfere operano oltre questo range, per questo, se veramente raggiunto, lì si percepisce senza colori (normalmente intesi). Quando si accavallano tra sensibile e sovrasensibile, l’Io-psyché può ridurle, collassarle per un attimo al range sensoriale.
Le morfologie biosluminescenti autopoietiche muovono nel range dell’infrarosso, questo spiega il perché è necessario potenziare l’Io-psyché oltre il range sensoriale, in stati di rilassamento onde theta, delta e oltre, meditativi o di non località. Tutti le vedono ad occhio nudo, quando, l’Io-psyché li collassa a quel range e quindi quella forma Io-plastica, eidetica può essere fotografata e riconosciuta come colorata. Se così non fosse, tutti le vedrebbero immediatamente, invece bisogna sapere come prepararsi per percepirle.
La formazione, puntando ad estendere la percezione, i sensi, fino a sviluppare facoltà autopoietiche, entra in comunicazione, per così dire, con spettri sovrasensibili, fino a raggiungere quello autopoietico. Ed è proprio a quel livello di autoconsapevolezza che tali morfologie, semplici, complesse, estese, bios-luminescenti, più che tridimensionali, assumono l’essere principi attivi autopoietici, gli stessi che stiamo mappando nel Progetto Genoma Coscienziale.
Negli anni, ho potuto percepire diverse morfologie bios-luminescenti autopoietiche, ne riassumo le caratteristiche:
· sono morfologie bios-luminescenti e sostanzialmente trasparenti, ma dense
· sono di diversa grandezza, da puntini a sfere grandi quanto un pallone da calcio
· quando si estendono sono a forma simile a un cumulo di nubi, a forme frattali
· possono assottigliarsi rimanendo estese come veli molto grandi
· spesso è possibile parteciparle-osservarle emettere colore rosso intenso, sia sulla circonferenza che all’interno
· assumono forme spiraliformi, di vortici e di diverse geometrie, triangolare, quadrangolare, pentagonale, esagonale, ottagonale e così via
· il fenomeno è reale ed è legato allo stato auto-formativo autopoietico del ricercatore, la condizione theta-delta e, soprattutto, ∑igma facilita tale possibilità di visione, sia interiore che esterna
· per il processo che tutto è atomicamente e coscienzialmente legato, sono simmetriche allo stato di autoconsapevolezza
· coinvolgono il campo coscienziale olistico-autopoietico nella componente atomica, specificamente per quanto concerne la componente elettro-magnetica
· sono interconnesse ai principi attivi autopoietici del campo coscienziale.
Per questo sono prove di attività dell’inconscio autopoietico.
La regola è che più si procede con la formazione alla coscienza della cellula e dell’atomo, delle meccaniche quantistiche e autopoietiche, più il processo delle morfologie bios-luminescenti autopoietiche si amplia, ossia si vive che, nel campo coscienziale, interiore ed esterno (un campo unico), c’è molto di più di quanto i nostri più potenti computers possano misurare.
Come accennavo precedentemente, per un periodo ho tentato di utilizzare soltanto Autopoiesi olosgrafiche, attraverso cui ero abbastanza sicuro di poter raggiungere quella percezione. Tale azione mi permise di interagire con maggiore consapevolezza ed efficacia. Il fatto di praticare più e più volte in uno stesso luogo le Autopoiesi olosgrafiche ha determinato una particolare atmosfera autopoietica, che è possibile riconoscere nel posto. In realtà, si evoca il campo istintivo-emozionale ed autopoietico correlato all’esperienza lì vissuta, così basta rievocare tale memoria registrata nella coscienza, per attivare la peculiare condizione che permette di percepire ed, essendo noi maggiormente aperti, anche il posto viene caricato allo stesso modo. E’ sempre l’Io-psyché in azione, ma l’Io è un campo, parte integrante dell’ambiente e, quindi, del luogo in cui viene investito. Mantenendosi fermi in quello stato, dando continuità, anche la morfologia bios-luminescente assume continuità, ed è quindi possibile interagire, comunicare con quel processo.
Le morfologie bios-luminescenti autopoietiche spesso mantengono una relativa distanza dal ricercatore che le percepisce, almeno due metri, anche se, in alcuni casi, possono avvicinarsi fino ad entrare in contatto, sensazione peculiare che si registra con brividi di freddo-caldo, elettricità sui capelli, nel corpo, senso di abreazione, quando, per così dire, attraversano il corpo, come dei passa materia. Alcune sono velocissime, potrei senz’altro affermare che sono velocità comprese tra i 200 e i 300 kilometri orari.
La morfologia bios-luminescente si muove unitamente ai movimenti del ricercatore per qualche minuto e, via via, assume maggiore nitidezza e ampiezza. A volte, più morfologie bios-luminescenti sembrano comunicare tra loro. Sono tutti segnali che il ricercatore sta entrando in forme autopoietiche di comunicazione con se stesso.
Spesso, durante gli stages di Sigmasofia, i ricercatori entrano nei diversi stati autopoietici, proposti e realizzati attraverso la pratica delle Autopoiesi olosgrafiche e, soprattutto, nei momenti in cui si tentano processi di autorigenerazione-guarigione, locali o a distanza (autorigenerazione autopoietica non locale), ebbene, durante questi processi, le morfologie bios-luminescenti possono essere visualizzate interiormente. Tutte queste immagini tridimensionali visualizzate vengono somministrate, irradiate, intenzionalmente, quelle che sembrano interagire meglio sono quelle che si partecipano dallo stato di non località, ossia i principi attivi autopoietici di cui trattiamo in Sigmasofia e che sono l’evoluzione di tali morfologie bios-luminescenti, che ne rappresentano forme propedeutiche. Si opera dallo stato di autoconsapevolezza delle funzionalità eco-sistemiche autopoietiche dell’Universi-parte, utilizzando esattamente gli stessi principi attivi che troviamo nello zigote e che sono perfettamente in grado di edificare un corpo. E’ la consapevolezza di tale campo coscienziale autopoietico, ossia il Progetto Genoma Coscienziale, che troviamo all’opera nell’Io-soma di ogni essere umano. In realtà, quello che si fa è il portare lo stato di autoconsapevolezza su funzionamenti preesistenti in noi, in natura, e che già hanno dimostrato di aver saputo edificare noi stessi, la natura, l’Universi-parte, così come lo riconosciamo.
Per questi motivi, dopo la fase Io-somatica e quando si vive di più l’autopoiesi, la non località, tali processi, le morfologie, fotografate o meno, non importa, sono un riferimento, una porta da attraversare e su cui rigorosamente non identificarsi, perché sono funzionalità che ci introducono a noi stessi:
l’Universi-parte transfiniti.
Nello Mangiameli
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Nello Mangiameli-
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Nello Mangiameli
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