Indica il riconoscimento di molteplici dimensioni coscienziali. La multidimensionalità coscienziale autopoietica è il risultato di diversi esperimenti per cui si sono utilizzate, in particolare, le tecno-ontos-sophos-logie della non località e dell’Io-ontos-sophos-logia sigmasofica. Nasce dall’esplorazione vissuta di regioni dell’inconscio autopoietico, perfettamente percepibili dall’Io acquisito formato a se stesso e traducibili attraverso la razionalità, la logica (come questa Opera sta dimostrando). L’autocoscienza acquisita forgiata, che ha raggiunto l’ipersensibilità, le facoltà autopoietiche, riesce a produrre e a riconoscere tali multidimensioni, il che è tecnicamente impossibile da realizzare con macchine.
Consideriamo, per esempio, la macchina fotografica: la facoltà auto poietica, necessaria a percepirla (la multidimensionalità) non è trasmissimibile dall’operatore alla macchina e l’ingrandimento, anche di milioni di volte, di un ente non è ipersensibilità, e una deduzione intellettuale di un processo non coincide con il vissuto. E’ soltanto la facoltà autopoietica che ci consente di essere autocoscienti e, quindi, dal tempo autopoietico possiamo percepire, vivere un processo che nello spazio-tempo è velocissimo. Si vive che nell’interiorità coscienziale si dischiudono tali morfologie frattali in una danza autopoietica transfinita. La multidimensionalità autopoietica, attingibile specificamente nell’inconscio collettivo e in quello autopoietico è il raggiungimento vissuto di base e senza strumenti meccanici elettronici o quant’altro, che può essere utilizzato come stato di autoconsapevolezza e che si rappresenta attraverso diverse arti (il disegno, la scultura, il teatro, il giullarismo, la danza, la musica ecc.). La Scuola di Arte autopoietica, in particolare, e tutti i settori della Sigmasofia si nutrono della multidimensionalità coscienziale autopoietica. In sintesi, i raggiungimenti vissuti dei ricercatori trovano una traduzione attraverso la Sigma Art anche in chiave sensibile quotidiana, ma il centro dell’interesse, tutto da vivere, non è il suo applicativo che è soltanto il mezzo, attraverso cui esprimere il raggiungimento di consapevolezze degli Universi-parte, noi stessi.
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